Selvaggia Lucarelli intervistata da Vanity Fair
Selvaggia Lucarelli bloccata da Facebook per un mese – poi l’esclusione si è ridotta a due giorni, da domenica sera a martedì – è l’emblema di come si riesca a far bloccare un profilo social solo partendo dalle sole segnalazioni degli utenti.
La possibilità di segnalare un utente è data social network per arginare fenomeni come odio, profili rubati, pornografia o qualunque altra violazione delle regole chiedendo aiuto agli stessi utenti. Il rovescio della medaglia, come spiega la Lucarelli a Vanity Fair, è rappresentato da gruppi organizzati di utenti che a loro volta si coordinano tramite social, chat e gruppi chiusi, possa ingannare i sistemi e finire con il far fuori chi, invece, non ha violato proprio un bel niente.
«I problemi sono due: la mancanza di un controllo “umano”, come sempre, che ti autorizza a dire “spero tu possa perire abusata da dieci uomini” ma non commenti come “non perdo tempo con gli scemi”. Perché l’algoritmo riconosce parole chiave come fossero un insulto ma ovviamente non capisce il senso, altrimenti avrebbe già preso il controllo dell’umanità, vedi 2001 Odissea nello Spazio» spiega a Vanity Fair Selvaggia Lucarelli. Dall’altra il problema, continua la giornalista e opinionista, «è che questo meccanismo è un pacchia per i bulli organizzati. È lo squadrismo 2.0. Credo che il mio sia uno degli account più segnalati della storia».
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