Scossoni in Europa:
Ciò che sta succedendo in Francia e in Spagna, può essere il preludio di ciò che si verificherà a maggio con le elezioni Europee, delle quali si parla spesso perché si ventila l’ipotesi di uno stravolgimento degli attuali equilibri. Nella terra d’Oltralpe, da settimane va avanti la protesta dei gilet gialli contro l’aumento delle accise sui carburanti, dall’Eliseo hanno annunciato una moratoria di sei mesi nel tentativo di placare una contestazione che, però, assume tinte sempre più forti.
Le manifestazioni, che hanno provocato anche scontri e disordini, sono nate per protesta contro le politiche governative per poi allargarsi al punto tale da diventare un’onda di dissenso nei confronti di Macron. Già da tempo è in picchiata l’indice di popolarità del presidente francese, adesso pare che la Nazione gli abbia voltato le spalle e, in tutto questo, c’è chi cavalca la tigre politica come Marine Le Pen, che ha tutto l’interesse che sia Macron il bersaglio del popolo in subbuglio. Si pensava che la sospensione del rincaro fiscale avrebbe disteso i toni tra l’Eliseo e la folla, invece, neanche la marcia indietro è servita per spegnere i focolai di protesta contro il governo.
In Spagna, invece, si è registrato il voto in Andalusia e il risultato delle urne apre tanti interrogativi. I socialisti restano il primo partito ma perdono tantissimi seggi passando da 47 a 33, una stangata che arriva fino a Madrid, dove è al governo proprio il socialista Pedro Sanchez. Clamoroso l’exploit dell’estrema destra di Vox, che ottiene 12 seggi e potrebbe ritrovarsi in maggioranza con Ciudadanos, altra forza che può cantare vittoria avendo conquistato 21 seggi dopo i 9 dell’ultima legislatura, e il Partito Popolare che, pur vedendo un netto calo del proprio consenso, è il secondo partito con 26 seggi.
Una coalizione che comprenda queste tre forze politiche arriverebbe a 59 seggi superando la maggioranza assoluta di 55. Lo scenario è in divenire, sta di fatto che ad ogni nuova tornata elettorale c’è la possibilità di un terremoto che penalizzi i partiti tradizionali favorendo forze nazionaliste. Attualmente, la Spagna si trova con un premier socialista in crisi, la Catalogna separatista e l’Andalusia che si è posta in contrasto con il governo centrale. Non è da escludere, inoltre, la possibilità che Madrid possa indire elezioni anticipate.
In Francia regna il caos per i tumulti della popolazione contro l’esecutivo, in Spagna il governo socialista è traballante, se ci aggiungiamo la fine della lunghissima luna di miele tra la Germania e la Merkel e lo scontro tra l’Italia e i vertici dell’Unione Europea, allora bisogna prendere atto di quanto sia instabile e precario il panorama politico europeo.
Maurizio Longhi per BreveNews.Com
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