A ‘nanna sotto zero’, cosa succede ai bambini nei Paesi Nordici:
Nei giorni freddi siamo abituati ad imbottire i nostri bambini con giacconi, sciarpe, guanti, cappelli e calzettoni pesanti. E spesso consentiamo loro di uscire di casa solo se non piove, o nevica. Ma nei paesi nordici non la pensano esattamente così. Da quelle parti esiste infatti la pratica della “nanna sotto zero”, con un’adeguata copertura termica, ovviamente. A spiegare questa particolare usanza è il sito eticamente.net:
“I popoli nordici lasciano i propri figli in balia delle intemperie invernali, ore ed ore fuori al freddo a giocare, a correre e saltare in mezzo alla neve. E non solo bambini in età scolare, anche i più piccini vengono lasciati a dormire in carrozzine fuori al freddo. Madri snaturate? Tutt’altro! Lo fanno per la loro salute!
E’ facile vedere bimbi scorrazzati su biciclette durante una bufera di neve, ogni scuola e ogni asilo prevedono attività all’aria aperta in inverno, cosa che in Italia sarebbe sicuramente mal vista.
Ma il corpo deve abituarsi e il sistema immunitario deve saper reagire ai cambi di stagione e alle intemperie per temprare il corpo; pioggia, neve e gelo non sono un ostacolo alle attività all’aria aperta per nessuno: dal bimbo più piccolo al nonno. La salute ne giova e sembra proprio che i nordici stiano in salute, nessuno “sterminio da gelo” anzi!
Ma è normale la nanna sotto zero? Certamente! Anzi è la temperatura ideale per un sonnellino secondo la pratica della “nanna sotto zero“, molto comune in tutti i paesi nordici nei quali si tende a lasciare i bambini a dormire al freddo, spesso anche fuori dal ristorante nel passeggino!
La pratica della nanna sotto zero nasce negli anni venti grazie al pediatra Arvo Ylppö; in quegli anni il tasso di mortalità si abbassò drasticamente proprio grazie alla pratica suggerita dal pediatra, di far dormire i bimbi a temperature tra i -10° e i -15°.
Aria fresca (fredda a dire il vero) ed esposizione al sole prevenivano il rachitismo e aumentavano l’immunità ai batteri. Pensate che vengono fatti dormire all’aperto i bambini di due settimane, una volta alla settimana con temperature che oscillano dai -27° ai 5°C. Un recente studio dell’Universita di Oulu ha stabilito che i bambini dormono meglio all’aria aperta e la temperatura esterna ideale sarebbe di -5°C.
I bambini che dormono all’aperto dormono di più e al loro risveglio risultano più attivi, forse anche dovuto al fatto della maggiore ossigenazione del sangue, l’importante è indossare sempre abiti adatti, caldi e impermeabili per non rimanere bagnati, per il resto il freddo non deve essere un impedimento alle uscite e alle attività anzi stare all’aria aperta, in particolar modo quando c’è il sole, che aiuta la produzione della vitamina D necessaria al corretto funzionamento dell’organismo. Visto che nei paesi nordici il sole non è poi così presente stare il più possibile all’aria aperta aiuta ad esserne più esposti: ecco che anche i neonati ben vestiti e all’interno della loro carrozzina durante i loro sonnellini vengono posizionati sul terrazzino, in giardino o in veranda per respirare aria pulita e per prendere un pò di sole.
E’ fondamentale l’esposizione al sole che trasforma i raggi ultravioletti in una forma di vitamina D superattiva utile nella prevenzione di numerose malattie.
Per approfondire l’argomento riguardante la Vitamina D e la sua correlazione con la luce del sole e la prevenzione delle malattie è possibile leggere “The China Study“, uno studio epidemiologico per determinare la correlazione tra alimentazione, condizioni ambientali, tradizioni sociali e malattie, condotto dal biochimico statunitense, nutrizionista, professore emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University, T. Colin Campbell.
Ora che conoscete una nuova usanza dei paesi nordici, pensate che potreste metterla in pratica anche qui? Forse sareste accusati di maltrattamento dalla maggior parte delle persone, ma sappiate che ai bambini fa bene stare all’aria aperta quindi approfittatene in ogni occasione, in ogni stagione e con ogni condizione climatica! Viva la vita all’aria aperta!”.
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