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Primarie Pd, parte la corsa alla segreteria: Minniti annuncia la sua candidatura, si attende Martina

Primarie Pd, parte la corsa alla segreteria:

Marco Minniti ha sciolto le riserve: si candiderà alla segreteria del Pd. Da mesi si parlava di una sua discesa in campo, ma continuava a nicchiare prima di uscire allo scoperto nelle ultime ore, correrà anche lui per assurgere alla carica di segretario di un partito da rilanciare. Più di 500 sindaci hanno apposto la loro firma per promuovere la candidatura dell’ex ministro dell’Interno, che avrà l’appoggio anche di un altro esponente dem come Carlo Calenda che, in un primo momento, veniva accreditato come un possibile candidato.

L’ex titolare del Viminale, al quale molti hanno riconosciuto un ottimo lavoro sul tema degli sbarchi, ci ha tenuto soprattutto a ribadire di non essere il candidato renziano, come molti subito hanno sostenuto. Sicuramente si può parlare di una candidatura forte la sua, chissà se l’area renziana parteggerà per lui, sta di fatto che la corsa per la segreteria del Nazareno si fa più intrigante e incerta.

L’altro candidato “forte” per i media è Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio, che già da tempo ha annunciato la sua aspirazione alla segreteria piddina. Per lui è arrivato l’appoggio dell’ultimo premier, Paolo Gentiloni, un supporto di una certa rilevanza da parte di chi ha retto l’ultimo governo a guida Pd.

Non si sa ancora se verrà ufficializzata anche la candidatura di Maurizio Martina, insediatosi alla segreteria dopo le ultime elezioni del 4 marzo che hanno sancito la crisi di un partito che ha la necessità di ritrovare il vigore sbiadito e un elettorato in fuga. Ci sono già esponenti disposti a schierarsi in favore dell’ex ministro dell’Agricoltura come Graziano Delrio, per una partita che avrebbe un margine di incertezza davvero alto e che potrebbe riservare colpi di scena clamorosi.

Si farà il possibile perché il Pd si presenti alle elezioni Europee di maggio con un nuovo segretario che avrà il delicato compito di restituire credibilità ad un partito stangato dagli elettori nelle urne e nell’occhio del ciclone per le sue numerosi correnti interne che ne dilaniano l’identità e la tenuta.

Ma ci sono anche altre figure che già da tempo hanno annunciato la loro candidatura come Matteo Richetti, che riunisce i simpatizzanti nel suo slogan kenyota Harambee, Francesco Boccia, da sempre favorevole ad una apertura con i grillini, Dario Corallo, il candidato più giovane con i suoi trent’anni, e Cesare Damiano, che auspica una netta discontinuità con il passato.

La fase congressuale del mondo Pd dovrà culminare con l’elezione di un segretario intorno al quale si dovrà fare quadrato scongiurando quel fuoco amico di cui Matteo Renzi, considerato il grande convitato di pietra delle prossime primarie, ha sempre denunciato di essere stato bersaglio.

 

Maurizio Longhi per BreveNews.Com

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