Intervista inedita a Michael Schumacher, fatta nel 2013, pubblicata dalla famiglia del campione tedesco:
Resta ancora alto il muro di riserbo sulle condizioni di Michael Schumacher a cinque anni dall’incidente. Ma in vista del 50mo compleanno del prossimo 3 gennaio, il silenzio è stato rotto dalle immagini che vengono fuori cliccando sulle domande. Il sette volte campione del mondo di Formula 1 parla del suo idolo, dei mondiali vinti e dei rivali in pista.
Schumi rispose alle domande degli appassionati che, tra una curiosità e l’altra, gli chiedevano quale fosse il rivale più rispettato in pista o il Mondiale a cui tenesse di più. “Il campionato più emozionante fu quello vinto a Suzuka nel 2000 con la Ferrari. Il Cavallino non vinceva il titolo da 21 anni e anch’io non trionfavo da quattro. Finalmente vincemmo il campionato, un grande campionato”, risponde Schumacher.
Quella stagione fu caratterizzata da un duello spettacolare al vertice del mondiale con Mika Hakkinen e la sua McLaren, un avversario che il campione tedesco ha sempre stimato: “Il rivale che ho rispettato di più in carriera è stato Hakkinen, sia per le grandi battaglie in pista che per una relazione molto solida anche una volta tolti i caschi”.
Schumi cambia Sport quando parla di idoli da bambino: “Quando ero piccolo in pista c’era Ayrton Senna o Vincenzo Sospiri, li ammiravo. Il mio idolo però era Harald “Toni” Schumacher perché fu un grande calciatore (portiere della Germania Ovest ndr)“.
Schumacher, nell’intervista, mette a confronto la sua Formula 1 e quella del 2013, spiegando le difficoltà della carriera da pilota. “La F1 è molto dura, anche se prima lo era molto di più senza i limitatori di potenza, la direzione assistita e i vari aiuti elettronici. Però resta uno degli sport più duri che ci possano essere e necessita di una grande preparazione fisica”.
E il campione tedesco non lesina qualche consiglio: “La chiave del successo però è volersi migliorare sempre. Io ho sempre pensato di non essere molto bravo come pilota, penso sia stata una chiave per diventare quello che sono diventato. Il talento è una cosa importante nel motorsport, ma devi saperlo coltivare e sviluppare”.
Per Schumacher la cosa più importante era il gioco di squadra, la conferma arriva dal video: “I risultati arrivano se tutti lavorano bene nella stessa direzione. Da solo uno può fare fino a un certo punto, una squadra sarà sempre più forte. E la F1 è un lavoro di squadra”. CLICCA QUI e poi sulle domande per vedere i video.
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