Alemanno contro Romanzo Criminale:
Dieci anni fa andava in onda la prima puntata di “Romanzo Criminale” la serie trasmessa da Sky ispirata alle vicende di sangue degli anni 70 e 80 che videro come protagonista la banda della Magliana.
«Daje regà, pijamose Roma». Questa una delle frasi più celebri pronunciate dai vari Libano, Freddo, Dandi ecc. Ma anche una frase che ha, in sostanza, accompagnato le esclamazioni di una generazione.
Romanzo Criminale è una storia fatta di sangue, soldi e rancori nei meandri più oscuri di Roma. Una serie che ha avuto come protagonisti criminali che poi sono stati idealizzati e osannati. C’era addirittura una linea di abbigliamento.
Di questi aspetti ha parlato l’ex Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che all’epoca ricopriva la carica di primo cittadino della Capitale, ai microfoni de ‘Il Messaggero‘:
La messa in onda della prima puntata di Romanzo Criminale andò in onda quando Gianni Alemanno ricopriva la carica di sindaco di Roma. Cosa ne pensa della serie?
«Quando uscì, mio figlio, allora tredicenne, mi disse: “Papà questa serie ha rovinato una generazione”».
Secondo lei perché?
«Molto ha fatto la narrazione della serie, a causa della commistione fra comportamenti violenti e umani, che porta a simpatizzare per i protagonisti, che sono criminali. La serie ha allentato il confine fra legalità e illegalità».
Romanzo Criminale è stata un danno per Roma e la sua immagine?
«Si, senza dubbio, perché ha creato una tendenza interpretativa che ha portato a considerare la criminalità come comportamenti marginali della nostra società».
Sulla storia della banda della Magliana è stato fatto anche un film, diretto da Michele Placido: considera anche la pellicola un esempio negativo?
«No, il film ha una profondità tale da essere un antidoto per l’emulazione. E la serie non ha queste qualità».
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