Alan Sorrenti intervistato da La Verità
Alan Sorrenti, 68 anni, si racconta in una bella intervista per La Verità, confermando il suo spirito ribelle ed anticonformista e la vitalità che ha permesso alle sue canzoni di attraversare diverse generazioni.
Sorrenti racconta di Figli delle Stelle, un brano ancora attuale ed ascoltato che non era nato per la dance music, “È qualcosa di più complesso. Innanzitutto era uno stile inedito da noi, ispirato al Los Angeles sound nato a metà degli anni Settanta, un misto di funky, soul e pop music. Anche se è uno stile durato poco, ha condizionato la scena musicale futura, con figure come Maurice White, arrangiatore e produttore degli Earth, Wind & Fire, e Jay Graydon che interpretò il riff di chitarra di quella canzone, che io avevo scritto con la voce”.
Poi ricorda com’è nata la canzone, “Erano anni particolari. Viaggiavo tra Napoli, Roma, Londra e Los Angeles. Qualche giorno in un posto, una settimana altrove. Ero più in aereo che a terra, facevo incontri fugaci. Avevo una visione planetaria della musica, della vita. Da quella situazione nacque quello che potremmo chiamare romanticismo stellare… Mi ha ispirato la costa del Pacifico che era davvero un altro mondo. Stavo allo Chateau Marmont nei giorni in cui c’ era la prima di Star Wars. Ero sdraiato davanti allo schermo”.
Poi continua, “Facevo tanti incontri. Era una «corsa senza fine» per «noi figli delle stelle, figli della notte che ci gira intorno ci incontriamo per poi perderci nel tempo». Avevamo la sensazione che si stava entrando in un’ altra epoca”.
Alan Sorrenti rimpiange quegli anni, “Lo spirito ribelle lo si rimpiange sempre perché ci rende vivi. Invece, spesso ci adagiamo sull’ipocrisia. Adesso tocca a mio figlio quindicenne andare alle manifestazioni. Noi adulti che abbiamo già vissuto queste esperienze con relativi errori, dobbiamo sostenere i giovani senza far prediche. Eleanor Roosevelt diceva: «Cerca di imparare dagli errori degli altri: non vivrai così a lungo per farli tutti da te”.
Il cantautore ricorda anche quegli anni, come il periodo in cui ha fatto uso di stupefacenti, “… è stato quello che è stato. In un mondo di grandi pressioni, l’ alterazione finalizzata all’ arte e alla creatività ci può stare. Nessun grande artista è stato esente da certe pratiche. Il problema è il controllo”.
Alan Sorrenti ricorda anche un altro suo famosissimo brano, Tu sei l’ unica donna per me con il quale vinse il Festivalbar, “Beh, io sono monogamo: musica e vita coincidono. Ribellione è anche spontaneità. Tu sei l’ unica donna per me è nata in un attimo. Mi ero svegliato vicino alla mia ex moglie, che ora è nei cieli. C’ era la chitarra e mi sono messo a scrivere. È stato un momento di spontaneità romantica”.
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