I timori di Stephen Hawking:
Da oggi, 16 ottobre, nelle libreria esce “Brevi risposte a grandi domande”, l’ultimo libro di Stephen Hawking. Nella sua ultima opera letteraria il noto scienziato scrive sulla sua più grande paura: l’intelligenza artificiale. Un timore che Hawking condivide con l’umanità, facendo una inquietante profezia.
Secondo lo scienziato, infatti, prima o poi il progresso scientifico porterà allo sviluppo di intelligenze artificiali, macchine che ragioneranno autonomamente, che non saranno manipolabili dall’uomo. Congegni in grado di raggiungere velocemente qualsiasi scopo. E qualora quello scopo non sarà compatibile con l’essere umano, per noi saranno guai.
In un passaggio Hawking scrive: “Probabilmente non sei un malvagio nemico che muove le formiche per malizia, ma se sei responsabile di un progetto idroelettrico di energia verde e c’è un formicaio nella regione da allagare, peccato per le formiche. Non poniamo l’umanità nella posizione di quelle formiche”.
Uno scenario apocalittico. Non solo per l’intelligenza artificiale. Nei prossimi mille anni la Terra rischia fino al punto di finire male, per un’eventuale guerra nucleare, o per qualche calamità naturale dovuta ai soprusi dell’uomo.
La razza umana sarà quindi costretra a trasferirsi altrove. La speranza è che nel frattempo avremo fatto nostra la tecnologia necessaria per ambientarci su un altro pianeta, dando però il via ad un nuovo atto dell’evoluzione umana, dove sopravviverà solo chi sarà riuscito a sviluppare una super intelligenza.
Come sarà possibile fare? Usando la tecnologia e modificare il proprio codice genetico. Ma toccherà sfidare le leggi dell’ingegneria genetica, migliorando la propria capacità di immagazzinare i ricordi, la resistenza alle malattie e l’aspettativa di vita. Per tuttu gli altri, invece, il destino sarà segnato.
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