Home » Erri de Luca: “Ormai in Italia esistono cittadini di serie A e di serie B”
Cultura Politica

Erri de Luca: “Ormai in Italia esistono cittadini di serie A e di serie B”

Erri de Luca in un’intervista all’Huffpost

“Ormai in Italia esistono cittadini di serie A e di serie B. Anzi: esistono clienti di serie A e di serie B. Lo Stato che deve fornire dei diritti, come quello della giustizia, della medicina e della scuola, è ormai diventato un erogatore di servizi. E, in quanto tale, tratta il cittadino in base alle sue possibilità economiche, in base al suo potere d’acquisto. E così quelli che in un Paese normale dovrebbero essere considerati dei diritti sanciti dalla Costituzione, diventano opzioni”. 

A parlare è Erri de Luca in un’intervista rilasciata all’Huffington Post che continua, “Siamo diventati tutti clienti di questa azienda-stato. Ma l’idea che lo Stato sia un’azienda è una bestemmia. Non apparteniamo più a una comunità, ma siamo degli utenti di un servizio commerciale”.

Per lo scrittore questa situazione è iniziata “Quando abbiamo cominciato a eleggere a capo del Governo il più ricco di tutto. Quando abbiamo eletto a Presidente della Repubblica il capo di una banca. Quando anche all’opposizione sono arrivati professori di economia. Questo ha fatto derapare la politica ad amministrazione dell’economia. L’economia non è una scienza ma è l’amministrazione incerta del presente. È una continua scommessa sulla contabilità. Mentre la politica è qualcosa di più di un’attività. È qualcosa che immagina il futuro. La nostra politica oggi, invece, è solo il braccio esecutivo dell’economia”.

Erri de Luca affronta anche il caso di Stefano Cucchi, “È uno dei tanti abusi di potere gestiti fino all’estremo limite dell’omicidio. È uno dei tanti abusi di potere da parte di persone che vestono una divisa che deve proteggere l’ordine pubblico. Ed è solo grazie a Ilaria e all’impegno di un’unità di persone solidari che si è riusciti a scippare una verità. In questo Paese le verità si scippano a forza di caparbietà e di ostinazione pubblica.”

Per lo scrittore, attualmente in libreria con “Il giro dell’oca” edito da Feltrinelli, “siamo un Paese di vecchi, dove i giovani sono una minoranza schiacciata dall’incombenza degli adulti. Sono così schiacciati che una grande parte di questa gioventù se ne va all’estero”. Non al centro di un’invasione, ma in via d’evasione, “Cinque milioni di italiani sono iscritti al registro di italiani all’estero, e non sono compresi quelli che non hanno aderito. E poi c’è una differenza di sentimenti, fra la mia generazione che stava in mezzo alle strade, e questa di oggi che cammina sul marciapiedi”. Lo scrittore continua, “Scrivendo “Il giro dell’oca”, dentro di me si è sviluppato uno spirito di contraddizione rispetto a me stesso declinato anche su temi fondamentali, come quello della religione. Il giro dell’oca è per me governato da dadi che spostano da una casella all’altra le carte della propria esistenza. Ma per chi crede non esistono dadi, bensì un progetto. L’Italia sta facendo un percorso dell’oca. Getta dei dadi e basta. Ormai decidono i dadi, e non più il lanciatore”.

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com