Carla Fracci esclusiva ai microfoni di BreveNews.Com:
Negli anni ha conquistato la fama di étoile di prima grandezza ed oggi Carla Fracci è considerata in tutto il mondo come una delle più grandi interpreti di ogni tempo. Ha danzato con i più grandi ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov, Alexander Godunov, Roberto Bolle. Hanno fatto storia le sue interpretazioni di ruoli romantici e drammatici, quali La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e, soprattutto, Giselle.
Carla Fracci è sbarcata in provincia di Napoli per partecipare all’evento “Acerra in danza”, una full immersion sulla danza organizzata per i 30 anni di attività del “Centro Internazionale Danza” di Mina Marzullo, da sempre dedita a questo tipo di iniziative e prima, anche in ordine di tempo, scuola di danza di Acerra. L’evento, diviso in tre fasi, è iniziato di buon mattino, con Carla Fracci a svolgere delle lezioni alle emozionate allieve del “Centro Internazionale Danza”, sotto gli occhi fieri dei genitori. Il finale ha visto varie premiazioni e la distribuzione di alcune borse di studio. Nel mezzo un dibattito al Teatro Italia di Acerra, dove abbiamo incontrato e fatto due chiacchiere con la leggenda della danza.
Le chiedo degli inizi di carriera ed è subito un fiume di ricordi: “È stata una cosa divertente perché non l’ho scelto io ma sono stati degli amici di famiglia a convincere i miei genitori – esordisce Carla Fracci ai microfoni di BreveNews.Com. Dissero che avevo grazia, ma soprattutto molta musicalità e che avrebbero dovuto iscrivermi alla scuola di ballo del teatro La Scala. E così è stato”. Aggiunge, ricordando anche la sua famiglia e da dove è partita. “Il mio papà era un tranviere e aveva fatto la guerra di Russia, a quei tempi eravamo appena arrivati a Milano, da sfollati. In estate andavamo al laghetto, dove conoscemmo una signora che era figlia di un orchestrale della Scala. Da lì iniziò tutto”.
Poi il retroscena finora sconosciuto ai tanti. “Pensi che in un primo momento ero stata quasi scartata: facevo parte del terzo gruppo, quelli “da rivedere”, ovvero quelli non presi che, però, sarebbero stati valutati di nuovo. La speranza arrivò dalla direttrice che guardandomi disse: “questa è piccolina e magrolina, però le g’ha un bel faccin”, un “bel viso” in dialetto milanese. Ma siccome il bel viso non serviva in quei casi, abbiamo fatto un mese di prove e poi mi hanno preso”.
Carla Fracci ha un passato legato al teatro San Carlo di Napoli, su cui precisa: “non sono mai stata direttrice del corpo di ballo del San Carlo, ma ho fatto alcune cose e devo dire che quella di Napoli è stata un’esperienza straordinaria. Amo Napoli con tutta me stessa! Quando ci vengo trovo un’accoglienza incredibile e soprattutto tanto affetto da parte dei napoletani”.
Ma il tempo stringe e Carla Fracci è qui anche per la presentazione del suo libro “Passo dopo Passo”, c’è spazio per l’ultimo pensiero, dedicato ai giovani che intraprendono la carriera (accanto a me mia figlia, che fa danza, sgrana gli occhi ndr): “Devono armarsi di tanto coraggio, perché non è un lavoro semplice: ci vuole tanta devozione, tanta disciplina, tanta volontà. Ma soprattutto tantissimo impegno!”.
Carmine Gallucci
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