A casa gli italiani senza lavoro in Germania, scoppia la polemica:
La patria europea dell’accoglienza rischia di rimangiarsi tutto. Gli italiani e tutti gli europei emigrati in Germania e rimasti senza lavoro potrebbero essere espulsi se non riescono, o non possono, trovare un’occupazione entro sei mesi. “Se fosse vero, l’atteggiamento della Germania sarebbe molto grave e andrebbe a colpire l’essenza stessa della Ue”, commenta con l’ANSA il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, sottolineando che “sarebbe un paradosso: l’Italia sotto accusa perché cerca di difendere l’Europa dall’immigrazione illegale e la Merkel che starebbe colpendo un diritto fondamentale dei cittadini Ue”.
“Chi è che difende davvero l’Unione Europea? Chi lavora per proteggerne i confini o chi starebbe preparandosi a cacciare dal proprio Paese cittadini europei?”, si chiede il sottosegretario. L’allarme è stato lanciato da Radio Colonia, con un servizio della trasmissione in italiano Cosmo che ha mandato in onda la testimonianza shock di una donna italiana convocata dall’Ufficio per gli immigrati che le ha dato una sorta di ultimatum.
Ma non è un caso isolato e sono in molti ad aver avuto comunicazioni simili, prima a voce e poi per lettera. Le minacce di espatrio nei confronti di italiani che non lavorano o non lo stanno cercando, secondo Radio Colonia, sono almeno un centinaio soprattutto nel Nord Reno-Westfalia. E riguardano, riferiscono esponenti dei patronati intervistati dalla Radio, anche situazioni di grave difficoltà, come donne in gravidanza.
Alla base della vicenda c’è una legge di due anni fa che ha elevato da tre mesi a cinque anni il periodo di permanenza in Germania che consente di accedere ai sussidi sociali. Nell’aprile scorso, una circolare del Job Center che regola l’applicazione della legge del 2016 modificata nel 2017, stabilisce che chi si trasferisce in Germania con lo scopo di trovare lavoro ha tempo sei mesi, al termine dei quali scade la libertà di circolazione e i dati vengono inviati all’Ufficio stranieri. A questo punto occorre dimostrare che la ricerca di lavoro continua. In caso contrario il rischio espulsione, che ora si fa concreto.
“Mi hanno comunicato che avevo quindici giorni di tempo, visto che non potevo provvedere a me stessa, per trovare un lavoro: altrimenti mi avrebbero rimpatriato e avrebbero pure pagato il viaggio a me e alle bambine, se non fossi stata in grado di poterlo pagare io”.
A raccontare la vicenda a Cosmo, la trasmissione in italiano di Radio Colonia, è un’immigrata italiana che si è trasferita in Germania nel 2013 e, dopo aver smesso di lavorare in seguito a una gravidanza, è andata a chiedere il sussidio sociale. Dopo tre mesi di attesa è stata convocata dall’Ufficio per gli immigrati che le ha dato l’ultimatum.
Ma non è un caso isolato e sono in molti ad aver avuto comunicazioni simili, prima a voce e poi per lettera. Le minacce di espatrio nei confronti di italiani che non lavorano o non lo stanno cercando, secondo Radio Colonia, sono almeno un centinaio soprattutto nel Nord Reno-Westfalia.
E riguardano, riferiscono esponenti dei patronati intervistati dalla Radio, anche situazioni di grave difficoltà, come donne in avanzato stato di gravidanza.
Alla base della vicenda c’è una legge di due anni fa che ha elevato da tre mesi a cinque anni il periodo di permanenza in Germania che consente di accedere ai sussidi sociali. La filosofia della legge tedesca e’ stata la volontà di ridimensionare uno stato sociale ritenuto troppo generoso che attraeva troppi ‘stranieri’ europei che – facendo leva sul principio della libera circolazione – sfruttavano il sistema in una dimensione che a Berlino si era giudicata eccessiva.
“Se fosse vero, l’atteggiamento della Germania sarebbe molto grave e andrebbe a colpire l’essenza stessa della Ue”. Così il Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, in riferimento “a quanto raccontato da Radio Colonia e rilanciato dalla stampa” sulle comunicazioni agli italiani, in cui la Germania li invita a lasciare il paese in caso di impossibilità di dimostrare un lavoro e la sussistenza. “Sarebbe un paradosso: l’Italia sotto accusa perché cerca di difendere l’Europa dall’immigrazione illegale e la Merkel che starebbe colpendo un diritto fondamentale dei cittadini Ue” (ANSA).
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