Usa, pinguini infedeli, la scoperta dal test di paternità:
Non solo gli uomini, anche i pinguini sono infedeli. Nello stato americano dello Utah, al Living Planet Aquarium di Salt Lake City, è stato scoperto che due coppie non sono state fedeli, come ci si aspetta invece da questo buffo e amato uccello acquatico. Roto e Copper, e Coco e Gossamer, questo il nome delle due coppie, sono “vicini di casa”, ma anche di più. Roto infatti ha avuto una “relazione extraconiugale” con Gossamer, e quando dalle otto uova deposte da questa sono nati i piccoli, è risultato che due erano figli suoi.
La notizia farà sorridere, e il professore di biologia che ha condotto il test di paternità dei pinguinetti, ha detto scherzando: “Non è realistico aspettarsi che gli animali abbiano un livello di moralità maggiore di quello degli uomini. E fra gli uomini è raro che la fedeltà esista al 100 per 100”.
Tuttavia la questione della paternità dei due piccoli della covata di Gossamer è un fatto serio. L’acquario di Salt Lake City fa parte del grande circolo di acquari e zoo che lavorano alla riproduzione in cattività di specie a rischio di estinzione. I quattro pinguini appartengono alla specie Papua, che è molto diminuita in natura come conseguenza dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. I Papua non sono ancora arrivati sulla soglia della estinzione, come invece il pinguino imperatore, ma il rischio c’è. E quindi il programma di riproduzione, coordinato fra vari acquari, è di grande importanza. Fondamentale per il suo successo, però, è che si rispetti la massima diversificazione genetica, in modo che la prole sia sana e forte.
E’ per questo che gli addetti dell’acquario tengono un diario delle attività “amatorie” dei pinguini, o meglio un diario del “codice Romeo”, come vengono descritti i momenti di possibili accoppiamenti. E controllando questi momenti, è stato notato che c’erano state varie scappatelle. Per di più, non è stato solo Roto a tradire la sua compagna Copper. Anche Coco ha avuto contatti con un’altra femmina. Insomma: “Quando diciamo che una specie è monogama – aggiunge il professor Domyan – dovremmo sempre mettere un asterisco, e a pié pagina aggiungere “quasi sempre””.
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