Tifoso Juve e sosia di Ronaldo:
Al centesimo selfie, assalito dalla folla famelica, Gianfranco lo ha pensato davvero: “Non è che sono io il vero Cristiano?”. Gianfranco Sanguinetti, 35enne genovese di Lavagna, professione sosia di Ronaldo, vive ormai di luce riflessa: fa un giro in zona Continassa a Torino e la gente si stropiccia gli occhi, fa un giro in centro a Milano e i genitori gli lanciano dei bambini da benedire. Per lui, tifoso juventino, era un divertimento passare per quello vero, concedere qualche finto autografo qua e là, ma ora il gioco è esploso in mano:
“Da quando è arrivato alla Juve interpretare Ronaldo può diventare un lavoro: il suo sosia spagnolo lo sostituiva spesso in alcuni eventi e potrei fare lo stesso anche io, perché no?”.
Vuole che la chiami Sanguinetti o Ronaldo?
“Ronaldo, ma solo per divertimento… Perché è nato tutto così: era il Mondiale 2006 e Cristiano iniziava a diventare un fenomeno di costume. La gente mi diceva che gli assomigliavo e io sono entrato nel personaggio. Col tempo è diventato il mio punto di riferimento estetico. Tra l’altro, mangio come lui perché faccio il body builder e il personal trainer: riso, pollo, verdure. L’ultima linguina al pesto risale al 2003!”.
Ha cambiato anche fisionomia?
“No, niente chirurgia. Ammetto, però, che dopo l’acquisto, ho rotto l’ultimo tabù: ho tagliato i capelli esattamente come lui. Essere sosia è un percorso, anche mentale. Bisogna essere predisposti e io, ex modello, sono abbastanza vanitoso ed egocentrico per farlo”.
La cosa più folle che l’è capitata nella sua vita da Cristiano?
“Nel 2015 sono andato in vacanza a Madrid, ho fatto il giro al Bernabeu ed è esploso il caos. Ma niente di paragonabile a quanto accaduto alcuni giorni fa a Milano: in corso Vittorio volevo fare un esperimento sociale, ma la cosa è sfuggita di mano. Centinaia di persone che premevano, ho avuto quasi paura: “Se dico la verità, mi ammazzano”, ho pensato…”.
E se lo incontrasse cosa gli direbbe, da Ronaldo a Ronaldo?
“Conoscerlo è il vero obbiettivo, sarebbe come stare allo specchio. Dopo i complimenti, gli direi solo una cosa: portami sta benedetta Champions”.
Fonte: gazzetta.it
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