Lunghezza media del pene ridotta nei giovani a causa dell’inquinamento:
L’inquinamento ambientale influisce negativamente sulla sfera sessuale. Se numerosi studi scientifici internazionali hanno ipotizzato che i prodotti inquinanti presenti nell’ambiente, noti come interferenti endocrini, possono alterare l’equilibrio e la funzione degli ormoni, adesso un nuovo studio italiano pubblicato su ‘Human Reproduction’, ha scoperto che “questi agenti riducono la produzione di spermatozoi e la lunghezza dell’organo riproduttivo maschile”.
Carlo Foresta, docente di Endocrinologia all’università di Padova e coordinatore del gruppo di ricerca ‘La fertilità dei giovani è a rischio’, ha lanciato un allarme a tal proposito.
L’uomo e gli animali, attraverso l’alimentazione, le acque e il contatto, sono sempre più esposti a prodotti inquinanti, principalmente residui chimici della plastica e dei suoi prodotti di degradazione. Questi elementi sono interferenti endocrini che possono alterare l’equilibrio e la funzione degli ormoni, interagendo con la normale funzione ormonale e portando effetti negativi sulla salute.
In alcune specie animali che vivono in ambienti particolarmente esposti a sostanze inquinanti, come alligatori dei grandi laghi americani, orsi polari, rettili e mammiferi, è stato osservato un incremento delle anomalie del sistema endocrino riproduttivo, dalla riduzione delle dimensioni dei genitali e del potenziale riproduttivo, fino all’alterazione del comportamento sessuale.
Dallo studio padovano, condotto su quasi mille ventenni veneti, è emersa una riduzione della produzione degli spermatozoi (-18% rispetto ai giovani di 15 anni fa) e una variazione delle strutture corporee che sono indice di un alterato equilibrio degli ormoni testicolari. Il 36% dei giovani presenta infatti un’apertura delle braccia superiore alla media, che è indicativa di un’alterazione nelle proporzioni antropometriche, tipicamente associata al ruolo degli ormoni sessuali nello sviluppo del maschio.
Non solo. C’è stata anche una ‘scoperta choc’. I risultati hanno evidenziato una riduzione delle dimensioni del pene, di -0,9 cm rispetto ai giovani di 15 anni fa, e dei testicoli: il 23% dei giovani analizzati ha mostrato un volume testicolare inferiore ai 12 cc, considerato come valore soglia di normalità.
E ancora. Per la prima volta è stata misurata la distanza ano-genitale, indicatore clinico che è determinato dalla impregnazione androgenica nel maschio durante lo sviluppo fetale. Pertanto, una riduzione della produzione di ormoni testicolari dell’embrione comporta una riduzione della distanza ano-genitale (nelle donne, mancando gli ormoni testicolari, la distanza ano-genitale è infatti molto ridotta) riscontrata nei giovani analizzati, che si associa a una riduzione del numero di spermatozoi e delle caratteristiche di mascolinizzazione come l’apertura delle braccia, il volume testicolare e le dimensioni del pene.
“Tutti questi segni depongono per una interferenza da parte dei composti chimici ambientali sulla attività degli ormoni testicolari nel maschio”, è stato il commento di Foresta: “Queste interferenze possono manifestarsi sia durante lo sviluppo della fase embrionale che durante la fase adolescenziale fino all’età adulta, portando quindi a possibili conseguenze negative sul potenziale di fertilità dei giovani uomini”.
Da Today.it
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