Essere troppo disponibili al lavoro crea rivalità:
Non sempre fare i buoni conviene, anzi. A volte essere troppo cooperativi e disponibili può ritorcersi contro, attirando malumori, antipatie e persino punizioni, invitandoci più o meno direttamente a fare meno per sfuggire tutto questo. Un comportamento che, suggerisce uno studio pubblicato su Pyschological Science e riportato da ‘La Repubblica’, affonda le sue radici nella nostra propensione alla competizione: indirizzare malumori e antipatie verso i più bravi, i più disponibili, magari boicottandoli, sarebbe infatti un modo per sminuire le potenzialità dell’altro per elevare per confronto le proprie. Un gioco, antropologicamente parlando, teso ad aumentare le proprie probabilità di essere scelti e preferiti in una lotta aperta alla competizione. Quando funziona.
• TUTTI PER UNO, OGNUN PER SE’
L’idea arriva dal lavoro di un professore di psicologia della University of Guelph (Canada), Pat Barclay che, in collaborazione con la studentessa Aleta Pleasant, ha osservato il comportamento di alcuni partecipanti in un gioco usato negli esperimenti di economia e psicologia per misurare propensione alla cooperazione e competizione (cosiddetto “gioco dei beni pubblici”). Nel set i partecipanti hanno la possibilità di partecipare alla costruzione di un bene pubblico e di punire gli altri partecipanti. Semplificando, ognuno riceveva una quota da spendere e con cui contribuire a un bene pubblico (una somma di denaro), che veniva poi raddoppiato e ridistribuito equamente tra tutti, a prescindere dalle quote versate. In questo setting così tutti guadagnavano se tutti contribuivano come gruppo, ma in una logica individualista guadagnava di più chi metteva meno e comunque beneficiava delle ridistribuzione dei beni.
• LE SCELTE
I giocatori, dopo aver conosciuto le quote versate da ciascuno, potevano quinti scegliere di ridurre i guadagni altrui (ovvero di punire), perdendo entrambi dei soldi: chi puniva e chi veniva punito. In un set parallelo a supervisionare le mosse dei singoli c’era un osservatore, una persona interessata perché aveva la possibilità di scegliere con chi collaborare in futuro partendo dalle dinamiche osservate durante le sessioni di gioco.
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