Finestra sulla scuola, in ricordo di Silvia Ruotolo
Da 21 anni, ogni anno, l’11 giugno si svolge a Napoli, in piazza delle Medaglie d’Oro, una manifestazione in memoria di Silvia Ruotolo, la mamma che l’11 giugno del 1997 fu uccisa al Vomero, mentre rientrava a casa tenendo per mano il figlio Francesco, che aveva solo 5 anni. Furono sparati in pieno giorno oltre 40 colpi, uno dei quali prese in pieno viso Silvia, vittima innocente della barbarie camorristica.
Una giornata per celebrare la vita di Silvia, come ha quasi urlato don Luigi Ciotti, presidente di Libera contro le mafie, dopo il commovente ricordo di Lorenzo Clemente, marito di Silvia Ruotolo. Ed è questo il motivo per cui ogni anno, in questa piazza che è diventata luogo simbolo di legalità e di impegno sociale, vengono coinvolti gli alunni delle scuole primarie. Per il secondo anno ho partecipato con gli alunni della quinta G dell’.I.C. 58 Kennedy di Scampia, con un musical dal titolo “Nei suoi occhi”.
A Silvia Ruotolo
C’era una volta l’infinito. Così inizia il racconto “Storia piccola”, della scrittrice Cristina Bellemo che nel corso dell’anno abbiamo letto e commentato in classe: narra della storia di un bambino nato in un paese immaginario, in un luogo minuscolo. Eppure il mondo si ferma, per festeggiare un istante che resterà per sempre nella memoria dei suoi genitori e che richiede attenzione da parte del mondo, come dovrebbe accadere per ogni creatura che nasce. Questa piccola storia ha fornito molti spunti di riflessione: la cura, l’attenzione, la memoria, l’infinito, il per sempre.
Ed è da qui che siamo partiti per la stesura del racconto. I bambini ne sono gli autori, in ogni riga c’è qualcosa di ognuno di loro. Ci sono le paure, i desideri, i bisogni, la presenza o l’assenza di qualcuno. C’è il viaggio, quello che sta per concludersi nella scuola primaria e quello che inizierà a settembre. Nuovi amici, nuovi docenti, nuove esperienze. La cosa più complessa è stata la ricerca delle parole da usare con loro per raccontare la storia di Silvia Ruotolo.
Da qui è nata l’idea di partire dall’infinito, per far comprendere che esso è immenso, come l’universo, come il valore di ogni persona. La storia di Silvia, una mamma come tante, si è trasformata in una storia immensa ed è diventata la storia di tanti, da custodire nel cuore perché ha insegnato a tutti noi quanto sia importante il potere della memoria. Questa fiaba, che sembra una poesia, è frutto di un “lavoro di squadra”, per provare a raccontare una storia vera che mai dovrebbe accadere, in nessun angolo della terra. Le parole sono state scelte con cura, perché sono preziose e possono essere potenti e questa a storia ha bisogno di ascolto, di pause, di riflessioni.
“La nostra storia piccola piccola.
C’era una volta l’universo,
nell’universo c’era una galassia,
nella galassia c’era un stella,
e quella stella era un pianeta.
Su quel pianeta c’era un paese,
in quel paese c’era una collina.
Sulla collina c’era una stradina,
nella stradina c’era un palazzo,
nel palazzo c’era una casa
e in quella casa c’era una famiglia.
In quella famiglia c’era l’amore
in quell’amore c’era la forza della vita.
La vita era fatta di tanti piccoli gesti quotidiani,
così come accade in ogni casa, in ogni angolo del mondo.
Ma non si può stare fermi sulla soglia della porta ad osservare.
Fuori c’era un mondo da scrutare,
pieno di cose mai viste o solo immaginate.
E fu così che un giorno ci fu una parola: “Arrivederci”.
Ma in quel giorno ci fu la paura,
nella paura c’era il dolore.
In quel dolore
c’erano delle mani amiche,
in quelle mani amiche c’era il pensiero del futuro,
in quel futuro c’era una crepa, lunga come una ferita,
ma c’era anche la lotta contro il male
e dentro quella lotta c’era il tempo.
Dentro il tempo c’erano i secondi, i minuti, i giorni,
le settimane, i mesi e gli anni.
In questi anni c’era l’attesa
e nell’attesa c’era la speranza.
La speranza era conservata in un cuore pieno d’amore,
nel cuore c’era la gioia
e nella gioia un sorriso stampato su un viso,
su quel viso c’erano degli occhi scuri,
in quegli occhi c’era un riflesso,
in quel riflesso c’era la vita.
In quella vita c’era il per sempre.
Ecco, proprio allora, guardando il cielo,
ognuno pensò:
“NON MI FERMERETE ORA”.
Le fiabe sono come la vita: una continua lotta tra il bene e il male. Se sapremo coltivare la bellezza, agire con coraggio, mantenere stretti i ricordi, allora sì che potremo percorrere ogni strada, in ogni luogo e in qualunque città del mondo, con occhi allegri e il cuore che balla.
In ricordo di Silvia Ruotolo. I bambini della Quinta G, I.C. 58 Kennedy di Napoli.
Silvia Selo
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