La danza della piume, la nostra recensione per la rubrica di BreveNews.com Letto per Voi:
Mezzolara di Budrio 10 giugno 2018 –
La brava autrice budriese del libro “La danza della piume” (Bonomo Editore, 2018) si è messa alla prova per la prima volta con il genere letterario del racconto. In precedenza, aveva pubblicato un libro storico “Nela” (Azeta Fastpress, 2016) e alcune poesie nella raccolta “Antologia della Letteratura Budriese. Budrio si racconta” (Azeta Fastpress, 2017).
“La danza delle piume” propone cinque racconti che affrontano il tema dello smarrimento interiore. I racconti, però, si concentrano soprattutto sulla speranza. Una speranza che può arrivare dagli altri, come è il caso del racconto conclusivo, che dà il titolo a tutta la raccolta, dove Carlotta troverà il coraggio di affrontare le sue paure e le sue debolezze nel momento in cui dovrà occuparsi del piccolo Giacomo.
L’uomo anziano del racconto iniziale “Le erbe aromatiche”, Angelica di “La fotografia” e Marco di “La luce alla finestra” appartengono, invece, ad un mondo di disperati che troverà la salvezza inaspettatamente, anzi senza neanche cercarla.
Una perla di eleganza e di raffinatezza narrativa è, invece, il racconto “Sulla stessa riva”, nel quale in sole sei pagine avviene un incontro e un addio tra un uomo e una donna: “Ho un viaggio da intraprendere”.
La lettura del libro ha la capacità di restituire fiducia verso il lato umano più intimo che è in noi. Pare che l’autrice abbia voluto dirci e incoraggiarci ad aprirci agli altri, perché solo osservandoci con gli occhi degli altri possiamo comprenderci meglio ed essere più clementi verso noi stessi. L’apparente velo di malinconia nasconde un senso di ottimismo cristiano, che caratterizza tutte le pagine di questo bel libro, scritto con uno stile agile e fluido.
Della “speranza” in una “Lettera a Lucilio” (70,6), il filosofo Seneca aveva raccontato di un abitante di Rodi, imprigionato e al quale veniva lanciato il cibo come a una bestia, che dichiarò a chi gli consigliava di rinunciare a quel cibo per la sua dignità: “omnia[…] homini, dum vivit, speranda sunt” (Tutte le cose sono da sperare dall’uomo finché è in vita).
Il poeta greco Teocrito, invece, in un Idillio (4,42) fa pronunciare al pastore Coridone le seguenti parole: “ἐλπίδες ἐν ζωοῖσιν, ἀνέλπιστοι δὲ θανόντες” (La speranza è nei vivi. I morti sono privi di speranza).
La colonna sonora che potrebbe accompagnare la lettura di queste pagine potrebbe essere “Here comes the sun” (The Beatles, 1969). La storia di questa bellissima canzone è quella della rivincita di George Harrison nei confronti di Paul Mc Cartney e John Lennon che non avevano mai creduto nelle sue doti compositive e che, prima che i Beatles si sciogliessero definitivamente, ebbero uno dei loro momenti di maggior successo grazie al frustrato e depresso George, che nel gennaio del 1969 aveva addirittura abbandonato i Beatles per la delusione, anche se solo per 12 giorni.
Ecco, George Harrison avrebbe potuto essere uno dei protagonisti dei racconti di questo libro. Ci sembra di sentirlo, dopo la rinascita, cantare:
“Here comes the sun, here comes the sun”
“And I say it’s all right”
“Little darling, it’s been a long cold lonely winter”
“Little darling, it feels like years since it’s been here”
Per concludere con il libro di Stefania Contiero, ecco le parole di Marco rivolte ad un anziano signore in apparente stato di difficoltà: “le voglio dire una cosa: qualunque sia il motivo per cui lei si trova qui, sappia che non è stata colpa sua. Mi sembra infatti che lei si senta in colpa e senta di meritarsi di stare qui. Ma c’è sempre una via d’uscita. C’è sempre una speranza.”
Stefania Contiero, La danza delle piume, Bonomo Editore, Bologna 2018, euro 12,00 [ISBN 9788869721014].
Amedeo Gargiulo
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