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I risultati della perizia su Davide Astori: “Non morì nel sonno”

Il calciatore si sarebbe potuto salvare se non fosse rimasto da solo in camera

Una tachiaritmia, non il rallentamento del battito cardiaco (bradiaritmia) che era emerso dopo la prima autopsia, sarebbe stata la causa della morte improvvisa di Davide Astori, capitano della Fiorentina ritrovato senza vita a marzo scorso in una stanza di albergo a Udine. Lo rivela il Corriere della Sera. 

Le conclusioni sono il risultato della perizia medico legale dei professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene che si sono occupati del caso su incarico del pm Barbara Loffedo

In un primo momento si pensava che Astori fosse stato ucciso da un episodio di bradicardia, cioè che il suo cuore avesse rallentato fino a smettere di battere. Ora i due medici legali sostengono che Astori sia morto invece per tachiaritmia. Quindi Astori non morì nel sonno e si sarebbe potuto salvare se in camera con lui ci fosse stato qualcun altro, che, accortosi della situazione, avrebbe potuto dare l’allarme.

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