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Se l’operaio non ha una Fiat non parcheggia, pioggia di multe fuori la fabbrica

I lavoratori della Sevel non possono utilizzare i piazzali di sosta se possiedono un’auto di un marchio concorrente

È caos parcheggi e fioccano multe davanti allo stabilimento Sevel, la fabbrica più grande d’Europa per la costruzione di veicoli commerciali leggeri ad Atessa in provincia di Chieti. La Sevel è la più grande fabbrica europea per la produzione del Ducato e di altri veicoli commerciali leggeri.

La loro colpa? Aver parcheggiato in modo irregolare al di fuori dello stabilimento. Ma gli operai non avevano alternative: dal 2014 la Sevel vieta infatti alle maestranze di utilizzare i suoi piazzali interni di sosta. O meglio, possono parcheggiarci solo i lavoratori che si recano in catena di montaggio a bordo di veicoli Fiat e Psa (Peugeot-Citroen), i due marchi aziendali.

Decine di autobus e centinaia di auto fuori e dentro i cancelli, parcheggi improvvisati lungo le strade di accesso e a ridosso dei guardrail, dipendenti che rischiano di essere investiti per il traffico intenso che si verifica ai cambi turno: una situazione è invivibile.

Ma a rendere ancora più disagevole il dover posteggiare l’auto fuori dagli spazi consentiti è il cronico problema del servizio offerto ai pendolari, scomodo e molto spesso inesistente. È dei giorni scorsi la denuncia di alcuni dipendenti molisani il cui autobus, della ditta Atm proveniente da Ururi al ritorno da uno dei tre turni Sevel, sulla corsia sud dell’autostrada tra Casalbordino e Vasto, ha subito lo scoppio improvviso di uno pneumatico. Un incidente che poteva trasformarsi in tragedia ma che per fortuna non ha avuto conseguenze gravi. I pendolari lamentano la presenza di mezzi vecchi, malandati, alcune volte senza gasolio, con frequenti disservizi, disagi e ritardi che si trasformano in lettere di richiamo se si arriva tardi a lavoro. 

Le polemiche rimbalzano su Facebook: «Quindi chi lavora alla Ferrari si indebiterà per comprarsi una Testarossa? – ironizza una utente sul social -. O chi produce maglie in lana non potrà indossarne di cotone?». 

Interviene anche la Rsa Fim-Cisl con una nota, “La nostra denuncia, non vuole giustificare gli abusi degli automobilisti, ma prendere le distanze da questo sistema, visto che questi lavoratori sono costretti a viaggiare su mulattiere, strade senza illuminazione, con erbacce che invadono le carreggiate. Da tempo gli enti comunali per far cassa ricorrono a sanzioni stradali. Alla Sevel da anni i veicoli con marchio diverso da Fiat e Psa non possono parcheggiare nello stabilimento, la questione sarà accentuata con i nuovi arrivi dei trasfertisti nelle prossime settimane”.

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