“Ho incontrato Matteo Messina Denaro”, articolo-inchiesta de ‘L’espresso’
Un testimone che conosce il latitante Matteo Messina Denaro svela la rete di protezione che favorisce il boss trapanese ricercato da 25 anni. La storia esclusiva pubblicato sull’edizione odierna de ‘L’Espresso’.
Per la prima volta in assoluto viene reso pubblico un contesto sociale e criminale, oltre che logistico, mai affrontato dalle indagini che fino adesso hanno portato in Sicilia ad emettere provvedimenti giudiziari per favoreggiamento del boss. Qui lo scenario in base al racconto inedito si sposta in altre regioni.
Il testimone di cui racconta L’Espresso rivela incontri avuti con Messina Denaro e i nomi delle persone che lo hanno assistito. Apre, inoltre, scenari criminali nuovi in cui si muove il mafioso accusato di omicidi e stragi. Si scopre così che il latitante ha ottenuto coperture anche da esponenti della ‘ndrangheta, i posti in cui ha alloggiato, e il territorio che ha frequentato. Si apprende delle sempre più precarie condizioni di salute del boss e la clinica in cui è stato curato. E si scopre che uno dei nipoti del latitante è un magistrato in servizio in una procura del Nord Italia.
Le rivelazioni del super testimone pubblicate da L’Espresso sono al vaglio dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Firenze, che ha già riscontrato gran parte delle affermazioni, si legge sull’edizione online del quotidiano, in alcuni casi pure con fotografie che documentano incontri segreti con l’entourage di Messina Denaro, delegando indagini alla Guardia di Finanza.
Il testimone è un toscano di 45 anni, con qualche disavventura giudiziaria e vecchie amicizie con siciliani legati a Cosa nostra e calabresi appartenenti a clan della ’ndrangheta. Proprio queste amicizie gli hanno permesso di entrare in contatto con gli uomini più vicini al ricercato numero uno.
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