Monumenti di tutto il mondo si spengono per la “Earth Hour” ed il Wwf lancia un video con la regia di Gabriele Muccino
La scena si è ripetuta in tutto il mondo sabato sera. A Parigi si è oscurata la Torre Eiffel. A Londra, un caleidoscopio di siti famosi ha spento le luci: il Tower Bridge, il Big Ben, Piccadilly Circus, il London Eye. all’Opera House di Sydney, al grande arco di Nuova Delhi; alle Petronas Towers di Kuala Lumpur, al Castello di Edimburgo in Scozia, alla Porta di Brandeburgo a Berlino, alla Cattedrale di San Basilio a Mosca.
Lunghissima la lista dei monumenti che per un’ora, dalle 20:30, hanno risposto all’appello globale della ‘Earth Hour’, un’ora di buio per sensibilizzare sul cambiamento climatico. Sin dal suo inizio a Sydney nel 2007, l’evento della ‘Earth Hour’ si è diffuso a più di 180 paesi, con decine di milioni di persone che si uniscono all’iniziativa, spegnendo le loro luci di casa.
L’Italia non manca di dare il suo appoggio. Oltre ai palazzi romani delle istituzioni, hanno spento le luci, tra gli altri, Piazza San Marco a Venezia, il Castello Sforzesco a Milano, la Mole Antonelliana a Torino, Palazzo Vecchio a Firenze e il Maschio Angioino a Napoli. L’evento clou italiano a Roma, con un corteo in bici e lo spegnimento del Colosseo insieme all’astronauta Paolo Nespoli.
E il Wwf ha lanciato uno spot d’autore, con la regia di Gabriele Muccino, per sensibilizzare sugli effetti dei cambiamenti climatici. L’orso polare, a rischio di estinzione ed in pericolo a causa del cambiamento climatico, nel video, arricchito dal doppiaggio di Stefano Accorsi e dalle musiche di Paolo Buonvino, è in carne, ossa e pixel. Infatti è stato creato digitalmente da EDI per raccontare la condizione precaria della specie e, soprattutto della sua “casa” che si sta letteralmente sciogliendo.
Il lancio di questo video – spiega il Wwf – “non è casuale, come non è casuale la scelta dell’orso polare. Gli scienziati hanno diviso la popolazione totale di orsi polari in 19 unità o sottopopolazioni: secondo le stime gli orsi sono complessivamente tra i 22.000 e i 31.000 esemplari (molte aree non sono state ancora esplorate) ma gli ultimi dati forniti dal gruppo degli specialisti dell’orso polare dell’IUCN mostrano che tre sottopopolazioni sono in declino e che esiste un alto rischio stimato di futuro declino vista la velocità di riduzione del ghiaccio marino.
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