Moggi convocato in Procura per il caso don Barone, il motivo:
L’edizione odierna de Il Mattino rivela i retroscena legati alla convocazione di Luciano Moggi presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere per il caso don Michele Barone. Secondo il quotidiano campano le indagini si sono spostate dal Tempio mariano casertano al Santuario del Divino Amore di Roma, dove il prete e l’ex dirigente della Juventus si erano conosciuti. Un legame, secondo quanto è emerso, di lunga data ma, allo stesso tempo, apparentemente prive di aspetti che potessero solleticare un qualche interesse giudiziario.
Dalle intercettazioni di recente depositate, infatti, mentre era controllato dalle cimici della squadra mobile, don Barone chiamò più volte Moggi per chiedergli del denaro. Anzi, per esigere l’estinzione di un debito. Soldi, dunque, che secondo l’ufficio inquirente diretto dal procuratore Maria Antonietta Troncone, il prete avrebbe prestato all’ex dg della Juve e che intendeva recuperare. Una somma non quantificata che – sempre secondo la Procura – Michele Barone riuscì a recuperare nel corso di un incontro nella casa napoletana di Luciano Moggi.
Una vicenda perlomeno sorprendente che naturalmente non cambia la posizione dell’ex dirigente di calcio che non è indagato. E che infatti, venerdì, è stato sentito dai pm come persona informata sui fatti. In quella circostanza, alla luce delle intercettazioni depositate, probabilmente a Moggi è stato chiesto di spiegare a che titolo Barone pretendesse la restituzione di quel denaro. Il verbale di interrogatorio è naturalmente ancora segretato, ma sicuramente Moggi avrà fornito una spiegazione ai magistrati.
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