Il pettegolezzo diventa reato. Così ha statuito la Suprema Corte di Cassazione
Il pettegolezzo diventa reato. Così ha statuito la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 7856/2018.
La Corte Suprema ha infatti punito con il reato di diffamazione un uomo che aveva rivelato di avere intrattenuto una relazione con una donna sposata. L’uomo, diffondendo la voce tra i compaesani della donna, aveva anche detto di essere in possesso di filmati intimi a comprovare la relazione extraconiugale.
Le voci erano poi arrivate alla moglie che aveva denunciato l’uomo per diffamazione, chiedendo il risarcimento dei danni lesivi della propria immagine di donna e madre.
L’ uomo è stato condannato in primo grado ed in appello, ed ora con la sentenza di Cassazione il fatto entra in giurisprudenza.
La Suprema Corte, ha confermato la condanna dell’uomo affermando che la divulgazione della relazione extraconiugale assume un valore “intrinsecamente offensivo della reputazione” in quanto il tradimento è notoriamente un “comportamento contrario al comune sentire ed ai canoni etici condivisi dalla generalità dei consociati … oltre che al dovere di fedeltà derivante dal matrimonio”.
Inutile anche le giustificazioni addotte dall’uomo sulle modalità delle rivelazioni fatte a terzi, in momenti diversi. Difatti, i Giudici richiamando precedente giurisprudenza ricordano che ai fini dell’integrazione del reato di diffamazione, non è necessario che la comunicazione con la pluralità di soggetti avvenga contemporaneamente con ciascuno di essi, potendo realizzarsi anche in tempi diversi, purché sia rivolta a più destinatari.
Il pettegolezzo è costato all’incauto amante una pesante condanna al risarcimento dei danni nei confronti della donna, costituitasi parte civile, oltre al pagamento delle spese processuali e di euro 2.000 in favore della cassa delle ammende .
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