Elezioni 2018, chi è il leader più insultato sui social
Con il voto del 4 marzo ormai alle porte, il tema caldo sui social è inevitabilmente lo scontro politico. Un argomento talmente caldo che insulti, ma anche volgarità e minacce nei confronti dei leader politici sono ormai diventati un ritornello nei tanti messaggi che gli utenti affidano ai social.
Ma chi è il politico più insultato sul web? L’azienda D-Link, attraverso la campagna #ConnettitiResponsabilmente – nata per promuovere un utilizzo responsabile della connettività e incentivare un comportamento positivo online – ha risposto al quesito analizzando quasi 2 milioni di contenuti fra tweet e commenti legati alle elezioni 2018.
Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti i messaggi verso i candidati, i partiti o verso altri elettori. E ciò che emerge è piuttosto inquietante: il 38% di questi (circa 750.000) è infatti connotato da negatività e ben 135.000 contengono volgarità o insulti espliciti. I messaggi che augurano o minacciano la morte sono più di 15.000, mentre quelli che contengono riferimenti alla violenza quasi 19.000. Solo l’11% dei contenuti è etichettabile come positivo.
Prendendo come base solo i commenti con insulti e volgarità, si scopre che gli elettori più ‘arrabbiati’ sono per il 68% uomini e 32% donne. I più ‘cattivi’ sono i laziali (il Lazio è al primo posto davanti alla Lombardia). Analizzando i contenuti su base regionale, emerge che gli elettori più scontenti sono gli abitanti del Centro Nord: l’Emilia Romagna conta infatti il 29% di contenuti negativi rispetto a quelli prodotti, la Toscana il 28%, il Lazio il 26%, Lombardia 25% e Piemonte 25%.
Ma verso chi è indirizzato maggiormente l’odio online? Il leader di partito più preso di mira è Silvio Berlusconi, destinatario del 23% degli insulti personali online, seguito da Salvini e Renzi entrambi al 21%. Ci si accanisce meno, invece, sulle persone di Di Maio e di Grasso, rispettivamente a quota 11% e 8% delle ingiurie.
Secondo quanto riferisce Adn Kronos la classifica cambia se si analizza l’astio verso i partiti politici: da questa prospettiva l’accanimento è indirizzato al PD (39%) e al M5S (34%). A seguire Lega (12%), Casapound (5%) e, per ultima, Forza Italia 4%.
E quali sono stati i momenti più critici della campagna elettorale? Senz’altro le giornate del 4 gennaio (sacchetti bio), 10 gennaio (Berlusconi supporta la candidatura di Fontana), 18 gennaio (cambio del simbolo M5S), 29 gennaio (presentazione delle liste), 3 febbraio (fatti di Macerata), 12 febbraio (Museo Egizio).
L’analisi è stata realizzata con il tool Crimson Exagon. Sono stati presi in esame tutti i contenuti pubblicati online (in Italia e in italiano) dal 1 gennaio 2018 al 12 febbraio 2018 su social media, blog, forum e piattaforme di condivisione contenuti. Gli argomenti in esame sono quelli legati al tema delle elezioni politiche 2018, ai partiti politici e ai rispettivi leader. Grazie al tool è possibile analizzare, scremare e raggruppare contenuti a seconda di specifiche parole chiave, argomenti e sentiment delle conversazioni. A seguire è stato fatto un processo di verifica qualitativa manuale.
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