E’ la seconda vita di un gruppo di primari in pensione, visitano gratis le persone in difficoltà
E’ una grande storia di umanità che si ripete ogni giorno a a Borgomanero, all’ambulatorio dell’Auser, ventitré ex primari in pensione visitano gratuitamente anziani, rifugiati, persone in difficoltà economica che altrimenti non saprebbero come curarsi.
L’idea è venuta a Maria Bonomi, la presidente dell’Auser, 80 anni trascorsi tra battaglie sindacali che racconta: «Era il 2010 – racconta – la crisi stava impoverendo tante famiglie, arrivavano dall’estero persone in condizioni pietose, e mi sono detta che non potevo stare a guardare. Da bambina ho sofferto la povertà, quella dura, quando non hai neppure la minestra: in famiglia eravamo in dieci tra fratelli e sorelle, ma allora la solidarietà era il pane quotidiano. Così, davanti a tanta gente che non aveva i soldi per curarsi ho chiesto a dei medici che conoscevo se mi aiutavano a creare un piccolo ambulatorio gratuito».
I primi ad aderire con entusiasmo sono stati Piero Sacchi, primario cardiologo, Sergio Cavallaro, urologo, e Felice Fortina, nefrologo. «C’era poco spazio ma da subito tantissima gente, racconta la Bonomi. E l’esempio di questi tre medici è stato fondamentale: il dottor Sacchi si ammalò di tumore, era in carrozzina, ma veniva lo stesso a visitare».
In breve sono arrivate le adesioni di altri dottori, primari andati in pensione che hanno creato a Borgomanero un centro unico, dove non fai code, non paghi e trovi anche una buona parola, un sostegno psicologico. Oggi l’ambulatorio offre 17 specialità mediche, oltre ai dottori i pazienti trovano infermiere e centralinisti, tutti volontari, tutti a stipendio zero, che hanno però trovato qui gratificazioni impensate. «La gente – dice il dotto Cavallaro, uno dei fondatori – ha sempre un cuore grande. Chi non ha i soldi, ti porta la scatola di cioccolatini o caramelle, una bottiglia.
Ma sono arrivate anche donazioni con cui hanno potuto acquistare apparecchiature diagnostiche.
Unico “problema” è che si occupano, com’è logico, solo dell’utenza locale anche se l’idea sarebbe bellissimo attuarla in tutte le regioni italiane.
Aggiungi Commento