Secondo il Corriere della sera la moglie di Gregorio De Falco si è rivolta alla polizia per un acceso diverbio in casa
Finisce nella bufera Gregorio De Falco candidato al Senato e capitano di fregata noto alle cronache per aver intimato il celebrebre “salga a bordo c…” al capitano della Concordia, Francesco Schettino, la notte del 13 gennaio 2012 mentre la nave affondava vicino all’Isola del Giglio.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la moglie di De Falco, Raffaella, si è recata alla polizia di Livorno, sostenendo che suo marito, in stato di alterazione, durante un’accesa lite in casa, ha aggredito lei e una delle loro figlie.
La donna non ha formalizzato la denuncia, ma le dichiarazioni rese davanti a pubblici ufficiali, sarebbero comunque rimaste agli atti. Secondo il Corsera, che entra nel dettaglio della denuncia, De Falco avrebbe tirato per i capelli la ragazza, neo maggiorenne, poi fuggita di casa e rientrata solo dopo diverse ore.
Il Corriere precisa, inoltre, “che visto che il presunto autore della violenza è candidato alle politiche del 4 marzo, la segnalazione di quanto accaduto è arrivata sino agli uffici centrali di Roma”.
Il comandante Gregorio De Falco rompe il silenzio sulle accuse e si difende pubblicando una nota su Facebook. “Si tratta – scrive – di una strumentalizzazione mediatica volta alla denigrazione”.
“Si tratta – spiega De Falco – di una situazione difficile che la mia famiglia sta attraversando in conseguenza dell’avvio del procedimento legale di separazione tra me e mia moglie, separazione che ha avuto inizio più di un anno e mezzo fa. Le difficoltà di trovare un accordo economico tra le parti e la tensione che ne deriva è il motivo scatenante dell’episodio di un recente alterco. Che comunque affermo e ribadirò sempre con onestà, non mi ha visto attore di violenze, ingiustamente attribuite alla mia persona, nei confronti dei miei familiari. E’ evidente – conclude – che si tratta di una strumentalizzazione mediatica volta alla denigrazione”.
Sulla vicenda interviene il leader del Pd, Matteo Renzi. “Noi non cavalcheremo la schifezza che abbiamo visto” nel M5s ma “se c’è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, su quello tutti insieme si dica no. Sulla violenza non si scherza. Non possiamo rischiare di avere i nostri rappresentanti a quel livello lì. La lotta alla violenza contro le donne deve essere patrimonio di tutti”.
Più diretto il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, che parla di impresentabilità di De Falco. “La denuncia di violenze di De Falco nei confronti della moglie e della figlia, se confermata, sarebbe gravissima. Un caso del genere lo trasformerebbe nel peggiore degli impresentabili, da far impallidire furbetti, truffatori e scrocconi. Gli italiani tutti, non soltanto le donne, hanno il diritto di sapere tutta la verità, è doveroso fare chiarezza”.
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