La Ulss di Treviso rimborserà intervento e viaggio per un uomo che andrà negli Usa per cambiare sesso
Gli interventi per i disturbi dell’identità di genere non sono capricci, bensì patologie. E se l’intervento non è possibile farlo in ospedali vicini, vuoi perché non ci sono strutture adeguate o perché i tempi di attesa sono elevati, si può andare fuori regione, nel caso, anche all’estero.
E’ quanto ha stabilito ieri l’Ulss 2 di Treviso: un signore con disturbi dell’identità di genere andrà a farsi operare negli Stati Uniti, il conto sarà a carico della Regione e l’Ulss ieri ha comunicato che pagherà anche i voli. Andata e ritorno. Al paziente e all’accompagnatore.
La decisione dell’Ulss segue un contenzioso giudiziario avviato nel 2013 dal legale del paziente, un giovane uomo con disturbi di identità di genere aveva deciso di sottoporsi ad un intervento per il cambio di sesso e aveva chiesto all’Ulss l’autorizzazione a farsi operare in un centro di alta specializzazione in Usa.Preventivo del costo:21 mila dollari più altri 15 mila per le spese di viaggio con un accompagnatore. Alla risposta negativa e all’invito a farsi operare in Italia, l’uomo aveva avviato una causa conclusa nel 2015 con una sentenza del Tribunale di Treviso che gli dava ragione,sostenendo che l’Ulss doveva farsi carico dell’80% delle spese.Al rifiuto dei sanitari trevigiani di autorizzare la spesa è seguita un’altra causa. Ieri l’Ulss di Treviso ha comunicato la disponibilità ad affrontare la spesa.
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