Per la morte di Pamela Mastropietro si fa strada l’ipotesi dell’omicidio rituale, intanto salgono a quattro gli indagati in attesa dei risultati del Ris
Si fa strada la pista dell’omicidio rituale per la morte di Pamela Mastropietro.
Dai primi risultati dell’autopsia è emerso che la ragazza è morta per due coltellate inferte al fegato ed un colpo alla testa, dopodiché il cadavere è stato smembrato in modo scientifico, come seguendo un rituale. Lo scempio sul corpo sembra rimandare ai crimini tribali diffusi nei villaggi nigeriani.
Intanto a Il Messaggero, l’avvocato Gianfranco Borgani che difende Desmond Lucky, dichiara: “In questa vicenda molte cose non tornano, La dissezione – sottolinea – è stata fatta da una persona esperta, la pulizia della casa e del corpo è molto accurata, perché allora lasciare a vista il trolley con i resti del corpo? Perché non gettarli sotto un ponte?”.
E prosegue: “Forse siamo di fronte a una sorta di rito, dietro c’è qualcuno il cui nome non è ancora emerso, una persona pericolosa per gli indagati, magari hanno paura anche di ritorsioni verso i parenti in Nigeria e per questo non parlano”.
Intanto c’è un quarto indagato che, secondo la Procura, non dovrebbe essere coinvolto nel delitto. L’uomo, che ha avuto contatti telefonici con uno dei fermati ed a cui Oseghale chiese un passaggio per trasportare i trolley, è stato indagato a sua garanzia e per escludere la sua colpevolezza.
In arrivo oggi un’altra serie di accertamenti tecnici per rilievi palmari e plantari dei sospetti e su altri 3-4 telefonini che l’analista forense Luca Russo dovrà esaminare, tra i quali uno che apparterrebbe al quarto indagato.
Tutti gli indagati, in base della cella telefonica agganciata, sarebbero stati collocati in via Spalato nelle ore incriminate. O avrebbero avuto contatti tra loro: Innocent e Desmond, dalla stessa cella, si sarebbero sentiti 17 volte dalle 11:52 alle 16:10. Per le difese, parlavano di scommesse sportive. Ma per l’accusa sono stati visti comprare candeggina.
La ricostruzione della giornata del 30 gennaio resta ancora fluida e la svolta potrebbe arrivare ai risultati definitivi degli esami del Ris, non ancora completati su reperti biologici e impronte, dalla tracciatura telefonica di chiamate, ma anche social network e traffico internet, dalle risultanze degli esami tossicologici e da quelli medico legali che, per ora, sembrano indicare l’omicidio.
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