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Effetto ‘attractiveness boost’, ecco perchè alle donne piacciono di più gli uomini fidanzati

La Repubblica

Perchè alle donne piacciono di più gli uomini fidanzati? Uno studio lo spiega:

Non è bello l’uomo che è bello, ma è bello l’uomo che piace. Possibilmente a molte altre donne. E lo stesso vale per le opere d’arte astratte. Queste le conclusioni cui è appena giunta un’équipe di scienziati della University of St. Andrews, nel Regno Unito, e dell’Arizona State University, negli Stati Uniti: i ricercatori, in particolare, hanno scoperto che gli uomini godono di un cosiddetto attractiveness boost (che potremmo tradurre con aumento di attrattività) presso le donne quando sono già stati scelti da un partner. Ovvero, ribaltando il discorso, che le donne tendono a giudicare come più attraenti uomini già impegnati, o comunque percepiti interessanti da altre donne. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

I risultati del lavoro, in realtà, potrebbero non suonare così sorprendenti, e in effetti erano già noti da tempo alla comunità scientifica e all’immaginario collettivo maschile. Quello che invece è una novità è il motivo alla base di questa dinamica. Finora, infatti, gli esperti ritenevano che il cosiddetto mate-choice copying, cioè, per l’appunto, la tendenza a percepire più attraenti i propri simili già impegnati – che tra l’altro è propria, oltre che degli esseri umani, anche di diverse specie di pesci e uccelli – fosse legata a un vantaggio evolutivo. In particolare, si pensava che le donne fossero attratte da uomini già accoppiati perché li percepissero come più gentili e fedeli, il che li avrebbe resi, in qualche modo, partner più affidabili al fine della riproduzione.

Gli autori dello studio appena pubblicato hanno messo in dubbio questa teoria, chiedendosi se nella nostra specie il fenomeno fosse dovuto, più semplicemente, a dinamiche di imitazione e influenza dei comportamenti e delle preferenze altrui.

Per scoprirlo, gli scienziati hanno mostrato a 49 volontarie 30 immagini di volti maschili, chiedendo loro di dare due valutazioni, su una scala che andava da “per nulla attraente” a “molto attraente”, in due momenti diversi. Tra le due valutazioni, alle volontarie veniva mostrata la valutazione media che quel volto aveva ricevuto dalle altre donne: ne è emerso che le partecipanti allo studio tendevano ad “aggiustare” la propria valutazione, sia verso l’alto che verso il basso, in base al parere espresso dalle altre.

C’è di più. Per comprendere se tale comportamento fosse relativo solo alla selezione del partner o si trattasse, invece, di un fenomeno più generale, gli scienziati hanno ripetuto l’esperimento sottoponendo alle donne immagini di mani maschili e di opere d’arte astratte, registrando gli stessi risultati. “Le donne che hanno partecipato all’esperimento”, spiega Kate Cross, esperta della School of Psychology and Neuroscience alla St. Andrews e autrice del lavoro, “hanno percepito più attraenti i volti degli uomini dopo aver appreso che le altre avevano espresso pareri positivi. Ma lo stesso è successo con immagini di opere d’arte astratte: le donne sembrano essere portate a seguire le preferenze sessuali di altre donne, ma potrebbe avvenire semplicemente per una tendenza generale a essere influenzate dalle opinioni degli altri”. Tra l’altro, anche donne lesbiche o bisessuali hanno mostrato la stessa tendenza, il che corrobora ulteriormente l’ipotesi che fenomeni di questo tipo non siano limitati alla sola scelta del partner: “Le interazioni sociali influenzano ogni area della vita quotidiana”, conclude Sally Street, un’altra degli autori del lavoro, “tra cui, naturalmente, la scelta del partner. Ma al momento non esiste alcuna prova chiara dell’esistenza di un meccanismo di mate-choice copying proprio degli esseri umani”.

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