Dalla Francia, all’Austria, passando per Spagna ed Ungheria, tutta la rete che ha protetto Igor il Russo
Il killer di Budrio è stato arrestato in Spagna, al termine di un conflitto a fuoco con la Guardia Civil. Erano mesi che andava avanti la collaborazione tra la polizia spagnola e quella italiana.
Resta un mistero, per ora, il motivo per cui Igor si trovasse nella provincia di Teruel, nei pressi di Castellon.
Quel che è certo è la rete vastissima di amici in tutta Europa, pronti ad aiutarlo e sostenerlo in questi otto mesi di latitanza e che avesse scelto la Spagna, paese che amava particolarmente, per vivere.
Come riporta Il Corriere della Sera, erano di Valencia le due ragazze alle quali scriveva dal carcere nei suoi otto anni di detenzione per rapina. Viveva in Spagna una terza ragazza, cubana, che era un altro dei suoi punti di riferimento. Nel 2016 postava su Facebook fotografie proprio da Valencia. E poi Madrid: un mese fa un ragazzo lo segnalò nei pressi dell’aeroporto al gruppo «Amici di Davide Fabbri». Ma nelle ricostruzioni fatte fin qui dalla Procura di Bologna (diretta da Giuseppe Amato) e dai carabinieri del Ros e del Nucleo operativo c’è un contatto più recente e più importante: un grosso trafficante di droga che vive a Malaga, fa la spola fra l’Italia e la Spagna e si serve di guardiaspalle serbi.
L’Austria è un altro dei Paesi in cui vivono diverse persone sulle quali Igor ha potuto contare. Soprattutto un tizio che, come lui, è nato e cresciuto a Subotica, in Serbia. Gli inquirenti sono convinti che in questi mesi di latitanza Igor abbia comunque fatto arrivare messaggi alla sua famiglia e ai suoi amici serbi usando come canale alcuni intermediari.
Sul versante francese le tracce seminate da Igor o dalla sua rete di contatti portano a un gruppo di falsificatori di documenti, gente che creava passaporti fasulli e che in passato ha avuto per questo condanne pesanti. Uno di loro è ancora oggi in carcere. In tutt’Europa, durante la gigantesca caccia all’assassino serbo, sono state fra 500 e 600 le persone controllate, intercettate, perquisite, pedinate, sentite a verbale.
Anche in Ungheria risulterebbe una rete di contatti riconducibili a Igor e ai suoi parenti in Serbia, ma per quel Paese era pronta e non ancora avviata la rogatoria internazionale.
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