In Canada due fotoreporter riprendono un orso polare che muore di fame, il riscaldamento terrestre ha distrutto il loro habitat
Isola Di Baffin, nell’arcipelago artico canadese appartenente al Territorio del Nunavut, un orso polare visibilmente denutrito, ormai pelle e ossa, si trascina in cerca di cibo.
Sono le strazianti immagini riprese dai fotografi di National Geographic Paul Nicklen e Cristina Mittermeier che hanno postato video e foto su Instagram per farli arrivare a più persone possibili e sensibilizzare sugli effetti del riscaldamento globale.
A chi gli chiedeva come fossero riusciti a guardare l’oso morire senza far niente, hanno risposto che l’animale dovrebbe mangiare in media 400 kg di carne al giorno e per loro era impossibile procurarsela dal momento che la riserva Inuit più vicina, distava parecchie centinaia di chilometri.
L’orso mostra i muscoli deboli ed atrofizzati da una carestia prolungata che lo sorreggono a malapena, il suo habitat naturale dovrebbero essere le piattaforme di ghiaccio che gli permettono di spostarsi e raggiungere i branchi di foche per la caccia, ma il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai perenni, hanno distrutto completamente il loro territorio. L’oso si ritrova in una distesa erbosa, senza possibilità alcuna di cacciare.
“Il nostro team ha lottato con le proprie emozioni per trattenere le lacrime mentre riprendevamo. E’ una scena che mi perseguita ancora ma so che dobbiamo condividere sia il bello sia ciò che spezza il cuore se vogliamo abbattere i muri dell’apatia. Ecco come appare la fame – scrive il cofondatore di SeaLegacy Nicklen in un lungo post che accompagna il video -. L’atrofia muscolare. Senza energia. E’ una morte lenta e dolorosa. Quando gli scienziati dicono che gli orsi polari si estingueranno nei prossimi 100 anni, penso che la popolazione globale di 25mila orsi sta morendo in questo modo”.
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