Roberto Saviano ha risposto rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de ‘La Repubblica’
Così Saviano in merito alle critiche mosse alla serie “Gomorra” in occasione della presentazione del suo libro alla Feltrinelli di Napoli:
“Non credo che Gomorra la serie renda ‘romantici’ i boss. Ne raccontiamo l’aspetto violento e bestiale senza una dimensione consolatoria che io, nei miei libri, ho sempre rifiutato. Anzi, quello che voglio suggerire è: quanto di loro c’è dentro di te, quanto nella nostra società, anche dell’aspetto legale? Quanto quel modo di ragionare è esattamente il modo di ragionare dei grandi ammiragli dell’imprenditoria internazionale?”.
“Non ho mai bisogno di romanticismo – continua Saviano – credo, invece, che una certa ansia sia generata dall’assenza del bene che è una caratteristica che ho da sempre quando scrivo. Non voglio mettere un punto di vista del bene e costringere, invece, lo spettatore a un senso di fastidio, perché non deve esserci una scappatoia”.
“Folklore? Si può parlare di tutto, tranne che di quello. Il folklore si può trovare in altre operazioni televisive o cinematografiche. Con folklore si intende il già visto. Da un punto di vista accademico è interessante, ma non c’è nulla di già visto in Gomorra. Racconta meccanismi di potere e continuerà a farlo”.
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