Uno studio durato tre anni, inverte i dati sulla Campania che si afferma tra le regione più sicure d’Italia
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (ISZM), con l’ausilio della Regione Campania, ha analizzato 10 mila aziende del settore agroalimentare campano nell’ambito del monitoraggio della terra dei fuochi e su circa 30 mila campionamenti sono emersi solo 6 casi di positività. Il 99,98% ha quindi superato i test dell’Istituto.
All’evento in cui sono stati presentati i risultati della più grande ricerca realizzata sul campo in Italia, durata tre anni ed alla quale hanno partecipato cinquanta istituti pubblici specializzati in salute, ambiente, cibo, sono intervenuti il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi, il direttore dell’IZSM Antonio Limone e il Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Matteo Lorito.
I progetti dell’Istituto, nati per dare una risposta scientifica all’allarme mediatico sulla “terra dei fuochi” e alle preoccupazioni e speculazioni che ne sono seguite, si sono mossi in 3 direzioni: Aziende agroalimentari, Ambiente e Salute.
Per le aziende agroalimentari sono stati ricercati contaminanti chimici e microbiologici potenzialmente dannosi per la salute del consumatore e su 30 mila campionamenti, effettuati presso 10 mila aziende dell’agroalimentare sull’intero territorio regionale sono emersi solo 6 casi di positività.
Per l’ambiente è stato condotto un piano di monitoraggio integrato con valutazione analitica sulle principali matrici ambientali: suolo, acqua, aria. L’attività, effettuata sull’intero del territorio regionale, pari a 13.000 km2 centri urbani inclusi, ha evidenziato solo 33 ettari che sono stati immediatamente interdetti alla produzione agricola.
Per la salute sono stati coinvolti 4.200 campani tra 20 e 50 anni residenti in aree a differente pressione ambientale con l’obiettivo di valutarne, attraverso analisi del sangue, la potenziale esposizione ad agenti contaminanti. I primi risultati sui metalli pesanti indicano che la presenza di questi inquinanti, individuata nei residenti che hanno partecipato allo studio, è inferiore alla media nazionale. È al momento in corso l’analisi dei campioni raccolti per l’eventuale rilevazione di contaminanti organici (diossine e idrocarburi).
Grazie alle evidenze scientifiche delle analisi finora condotte – dagli Enti pubblici e dagli stessi laboratori della grande distribuzione – e all’impegno del tessuto produttivo regionale oggi si registra un’importante inversione di tendenza. Infatti sono aumentate le esportazioni di prodotti campani, dai pomodori, alla pasta, la mozzarella ed alle insalate la cui produzione nella Piana del Sele rappresenta il 50% dell’insalata in busta dell’intero mercato europeo.
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