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Rivoluzione assicurazioni auto: nasce la la prima polizza basata sui comportamenti di guida

Rivoluzione assicurazioni auto: sconti per chi guida bene

Il gruppo assicurativo Aioi Nissay Dowa Insurance e Toyota Motor Corporation hanno sviluppato in Giappone la prima polizza auto basata sui comportamenti di guida registrati dalla telematica di bordo. Mentre si lavora allo studio di polizze ad hoc per la complessa materia dei veicoli a guida autonoma, le auto connesse, che ormai sono sempre di più, possono portare risparmi ai guidatori più virtuosi sul pagamento della polizza.

Secondo quanto riferisce ‘La Repubblica’ possiamo definirla un’evoluzione della celebre formula bonus-malus che premiava annualmente i conducenti in grado di non provocare sinistri, anche se in questo caso il monitoraggio avviene in tempo reale e in maniera molto più dettagliata. Attualmente il piano assicurativo sviluppato dalle due società è disponibile per i proprietari di alcune vetture Toyota già dotate di connessione dati e capaci di trasmettere gli stessi per via telematica.

Il calcolo del premio assicurativo avviene poi con cadenza mensile sulla base dell’analisi dei dati sul comportamento del conducente durante la guida. Sul mercato giapponese, in genere, i premi assicurativi prevedono il pagamento di una componente fissa e una variabile basata sul reale utilizzo della vettura, mentre con il nuovo piano è possibile scontare la componente variabile, facendo così risparmiare i bravi guidatori. L’avvio della commercializzazione della nuova assicurazione è stato programmato per il 15 gennaio del prossimo anno mentre i primi calcoli del premio da pagare scatteranno a partire da aprile.

Con questa iniziativa Toyota e Aioi Nissay Dowa Insurance intendono contribuire alla creazione di un contesto di mobilità sicuro e al servizio dei clienti e proseguiranno nello sviluppo di questo tipo di assicurazioni, attraverso l’utilizzo della telematica di bordo delle automobili connesse e dei “big data”. Un modello sicuramente da esportare anche se a qualcuno, ma certo non ai guidatori disciplinati, l’idea del “grande fratello” che spia ogni nostra mossa quando siamo al volante potrebbe non piacere.

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