Di seguito un interessante articolo sull’obesità infantile pubblicato dal dott. Paolo Calzolari su MetrocityPress
Questa patologia, che e’ in preoccupante aumento, colpisce circa un bambino su quattro in Italia e puo’ portare a disturbi rilevanti nelle eta’ successive, che si possono e si devono prevenire (ipertensione, diabete, ecc.) . In America il problema ha già assunto proporzioni gravi e numerosi studi sono stati realizzati per cercare di capire come si possa ottenere una efficace prevenzione, in grado di allontanare la possibilita’ di avere le temute complicanze di questa condizione.
E’ importante soprattutto quella che viene definita sindrome metabolica e che comprende:
1 ipertensione arteriosa
2 obesita’
3 insulino resistenza (diabete)
4 dislipidemia
L’ interesse per queste patologie anche da parte dei medici e dei cardiologi dell’adulto nasce dal fatto che le patologie che riguardano il circolo e il cuore sono curabili e anche reversibili in eta’ pediatrica mentre sono curabili, ma senza una vera restitutio ad integrum, nell’adulto. Un esempio puo’ essere la dilatazione delle camere cardiache a seguito di ipertensione nell’ adulto che non puo’ regredire completamente e che invece puo’ scomparire nel bambino curando la patologia che la causa. Inoltre mentre nell’ eta’ pediatrica e’ ancora possibile controllare il numero delle cellule grasse nell’adulto e’ possibile solo ridurne le dimensioni e quindi risulta piu’ complesso ridurre il peso.
La obesita’ in eta’ pediatrica si verifica quando il peso supera del 20% quello ideale in relazione alla eta’ e all’altezza e quando il BMI (peso in kg/Altezza in metri al quadrato) supera certi valori. Il BMI in particolare viene a rappresentare il migliore indicatore per valutare un rischio di obesita’. La qualita’, non solo la quantita’, dei cibi puo’ influire nella obesita’ in modo molto rilevante. Fra 6 e 24 mesi di vita una introduzione di proteine >14% puo’ predisporre a obesita’.
In Finlandia e’ stato evidenziato come sia opportuno sostituire i grassi saturi con quelli insaturi. La sindrome metabolica e’ risultata essere piu’ frequente nelle famiglie dove non era stato fatto questo intervento dietetico. Inoltre in Italia i bambini nel 50% dei casi consumano una quantita’ di sale 3 volte superiore al fabbisogno. Questo predispone alla ipertensione . In realta ‘ i cibi contengono gia’ sale a sufficienza e potremmo anche non salare i cibi che consumiamo.
E’ necessario prediligere l’olio d’oliva rispetto al burro, consumare pesce almeno 3 volte alla settimana (raccomandazioni OMS) e frutta e verdura nella misura di 4-5 razioni al giorno.
Comunque moltissimi bambini non mangiano frutta e verdura o se la mangiano si limitano a una varieta’ ridottissima, senza quella variazione che sarebbe indispensabile. E’ importante ricordare che tra 17 e 26 settimane di vita il latte materno ha un importante effetto protettivo verso l’obesita’. Per quanto riguarda i latti formulati una riduzione da 1,9 a 1,2g /100ml del contenuto in proteine, diminuisce la predisposizione alla obesita’.
In generale si puo’ dire che consumiamo troppe calorie rispetto a quelle effettivasmente utilizzate e quindi e’ necessario ridurre le calorie totali secondo le direttive OMS e sarebbe anche opportuno ridurre la quota proteica. Puo’ essere utile alla sera iniziare con un piatto di verdure per ridurre le calorie totali, e per ridurre anche la assunzione di colesterolo.
Altro capitolo molto importante e’ quello della attivita’ fisica. Spesso i bambini in eta’ scolare, non trascorrono nemmeno una ora al giorno all’aperto , almeno questa sarebbe indispensabile. Lo sport deve essere gradito ai bambini (come giustamente spesso sottolineato dai preparatori atletici che si occupano di bambini) ed e’ inutile insistere con una attivita’ sportiva non gradita. Troppo spesso passano piu’ di un’ora al giorno a guardare la televisione o con i videogiochi o con i tablet.
Durante le visite ho rilevato in molti casi un difetto visivo nella visione da lontano (miopia) anche importante con acuita’ visiva non superiore a 5/10 nella tavola ottotipica in pazienti che trascorrevano alcune ore al giorno soprattutto con tablet ma anche con pc, telefonini e televisione.
Per quanto riguarda le attivita’ sportive il vero problema e’ il tempo, anche a causa della mole di compiti e che impegna a volte i bambini anche il sabato e la domenica. In caso di separazione dei genitori (sempre piu’ frequente) il loro disaccordo spesso impedisce ai figli di praticare sport regolarmente, con peggioramento anche delle condizioni fisiche e psichiche. Infatti spesso l’obesità si correla con un calo della autostima che in alcuni casi innesca una iperfagia.
Non necessariamente lo sport deve essere impegnativo ma regolare si. Molto piu’ importante e’ lo stile di vita : fare passeggiate, trascorrere alcune ore all’aria aperta tutti i giorni, almeno sabato e domenica portare i bambini all’aperto e lasciarli liberi di correre in zone preferibilmente lontane dai centri abitati e dai centri commerciali.
Uno studio americano ha identificato 96 articoli che rendono evidente come gli operatori sanitari di base possono con successo prevenire e trattare la obesita’. Il tutto puo’ avvenire attraverso sforzi mirati in situazioni cliniche e di comunita’ : la valutazione del peso e il suo monitoraggio, la promozione di uno stile di vita salutare, lo sviluppo di abilita’ cliniche, lo sviluppo di infrastrutture cliniche, lo sviluppo di programmi clinici di riferimento, una educazione sanitaria di comunita’, iniziative comunitarie multisettoriali.
Anche in Italia sono state avviate molte iniziative in questo senso ed e’ molto importante che sia i pediatri che i genitori che la scuola lavorino insieme nella prevenzione di questa patologia, sempre piu’ frequente, che puo portare, se non curata, a gravi conseguenze.
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