Papa Luciani, fine del giallo, la verità sulla sua morte
È la prima e unica ricostruzione storica delle ultime ore di vita Giovanni Paolo I, scomparso improvvisamente nella tarda serata del 28 settembre 1978 dopo appena 34 giorni dall’elezione. Stefania Falasca, editorialista di Avvenire, per la prima volta offre al pubblico gli atti della stessa causa, con le descrizioni di coloro che per primi hanno visto il corpo senza vita del Papa. Il libro s’intitola ‘Papa Luciani. Cronaca di una morte’ (Piemme): “Vengono chiariti quei punti rimasti nel limbo, amplificati e travisati nella ricostruzione noir e anche da parte di chi ha smentito l’ipotesi del complotto”, scrive il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. “Poco prima di cenare per l’ultima volta il Papa ebbe un malore, sottovalutato da tutti”, il libro mette la parola fine al «giallo» sulla scomparsa del Pontefice veneto.
Per anni la morte di papa Luciani è rimasta impigliata in una micidiale catena di fake-news di matrice curiale che ha alimentato il giallo delle presunte cospirazioni e finito per fagocitare l’intera esistenza di Giovanni Paolo I. Per la prima volta Falasca mostra al pubblico documenti secretati. Una montagna di carte sparse tra Roma, Belluno, Vittorio Veneto e Venezia, comprese quelle relative allo stato della sua salute e della sua morte: dalle cartelle cliniche, alle ricette dei farmaci prescritti dai suoi medici di fiducia, fino agli atti dell’ora estrema con la constatazione del decesso.
Un lavoro poderoso che smonta – pur senza averne intento diretto – le tesi complottistiche che in questi anni hanno proliferato, senza basarsi su riscontri oggettivi, su Albino Luciani. Dalle testimonianze incrociate viene fatta chiarezza sul malore che Luciani ebbe quella sera, poco prima di cena. Ne parla un documento fino ad oggi segreto, redatto nei giorni successivi alla morte, scritto da Renato Buzzonetti, primo medico ad essere chiamato al capezzale del Papa morto.
Nella dettagliata relazione da lui indirizzata alla Segreteria di Stato il 9 ottobre 1978 si parla dell’«episodio di dolore localizzato al terzo superiore della regione sternale, sofferto dal S. Padre verso le 19,30 del giorno della morte, protratto per oltre cinque minuti, verificatosi mentre il Papa era seduto ed intento alla recita di Compieta con il padre Magee e regredito senza alcuna terapia». È una testimonianza decisiva, perché raccolta nell’immediatezza della morte: non fu aperta la Farmacia vaticana e non venne avvertita nemmeno suor Vincenza, che era infermiera e che proprio quella sera parlò al telefono con il medico curante del Papa, Antonio Da Ros, residente a Vittorio Veneto, senza fare alcuna menzione al malore.
A Luciani non vennero dunque somministrati farmaci, non venne chiamato un medico per accertamenti, nonostante il nuovo Papa avesse accusato un forte dolore al petto, sintomo del problema coronarico che quella stessa notte gli avrebbe fermato il cuore. Padre Magee nella sua testimonianza agli atti ha raccontato che era stato lo stesso Pontefice a non voler avvertire il dottore. Buzzonetti ne sarà messo a conoscenza solo il giorno dopo, davanti alla salma composta sul letto.
A constatare il decesso fu, infatti proprio, il medico Renato Buzzonetti: “Si è trattato di morte improvvisa” e questa “per definizione, è sempre naturale”, scrisse nel referto. In particolare secondo il medico Luciani è morto per una “cardiopatia ischemica”, di cui “l’infarto miocardico è la più grave espressione”.
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