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Cronaca

Caso Yara, Bossetti intercettato nel carcere pensava a come guadagnarci: “Sono 25mila euro a Matrix”

Caso Yara, Bossetti intercettato nel carcere pensava a come guadagnarci

“Mi conoscono in tutta Italia. È il caso più pagato dopo quello di Elena Ceste”: sono queste alcune delle parole pronunciate da Massimo Bossetti, intercettato in carcere durante i colloqui con la moglie Marita Comi nel novembre del 2014. L’uomo è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ma all’epoca in cui scoppiò il caso, secondo i giudici d’appello, dalla prigione l’uomo pensava ai vantaggi economici della sua condizione.

“Mi ha spiegato a me Salvagni – ha detto alla moglie -. Fa “Io sono disposto a tutto. Adesso faccio quel passo qua, io sono un po’ più duro. Adesso Marita a me mi vede molto duro, devo essere duro, se abbiamo bisogno. La nostra quota è sempre sui 25”. Capito? 25 mila euro, a Matrix. Mi fa». Sempre lui, in un altro stralcio: «Io scrivo la verità. Io scrivo… perché deve essere una sorpresa prima che venga fuori un memoriale, prima che venga fuori in televisione dicono: “Eh, adesso è estate, tu non vieni fuori due giorni. Un po’ di soldi, capito? Ha detto Salvagni». Alla moglie, poi raccomanda: «Se viene fuori un’occasione che ti propongono qualcosa, Marita, farei di tutto anch’io se…».

La Corte d’Assise ha definito questo atteggiamento opportunista: “È da segnalare che l’atteggiamento psicologico del Bossetti non è certo quello di colui che è disperato e che continua a protestare la sua innocenza ma è quello, abbastanza insolito per chi si trova in carcere con accuse così infamanti, di chi cerca di gestire a suo vantaggio, con grande normalità, lucidità e indifferenza, il clamore mediatico sorto dalla vicenda”.

Come riporta il Corriere della Sera, se per Matrix, Mediaset preferisce non commentare lo stralcio della sentenza, l’avvocato Salvagni, invece, preferisce “contestualizzare” le parole di Bossetti. “Voglio ribadire che noi avvocati, così come i consulenti, abbiamo lavorato a titolo gratuito. Personalmente, che sono fuori con le spese di 10.000 euro, mi sento di voler portare avanti questa battaglia di civiltà”.

“Marita ha accettato qualche apparizione televisiva – ha aggiunto Salvagni – pur rifiutando numerose altre proposte. Per portare la voce del marito, per il sostentamento della famiglia e per il pagamento delle ingenti spese vive, basti pensare agli ingenti diritti di segreteria dovuti per le 60.000 pagine degli atti, più i dvd con video e foto. Per quanto riguarda Matrix, citato nella sentenza, le è stata presentata una proposta, io ho controllato il contratto. Di quei 25.000 euro, la metà è andata in tasse. Del resto, la metà è rimasta alla famiglia e l’altra metà per, appunto, le spese vive”.

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