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Terremoto, spostavano il domicilio per ricevere il contributo. La Procura apre un’inchiesta

Ad Accumoli ed Amatrice troppi cambi di domicilio finalizzati a ricevere il contributo post terremoto

La Procura di Terni, ha aperto un’inchiesta per chiarire gli effettivi beneficiari del CAS, il contributo sulla ricostruzione post terremoto.
Si tratta del contributo di autonoma sussistenza destinato a chi, vivendo nelle case colpite dal sisma, si era cercato e pagato di tasca propria una sistemazione provvisoria. La Procura ha scoperto che il numero dei richiedenti aiuto non combaciavano con gli effettivi residenti prima del terremoto. In effetti è emerso che circa 120 romani avevano spostato il proprio domicilio dalla Capitale ad Accumoli e Amatrice.
Un domicilio fittizio, sufficiente – secondo la Procura e come riporta Tgcom – a incassare svariate centinaia di euro. Una ordinanza della Protezione civile del settembre 2016 fissava in 400 euro mensili i fondi che ogni Comune poteva destinare ai nuclei familiari composti da una sola persona. Gli euro salivano a 500 se la famiglia terremotata era composta da 2 persone, 700 se erano in tre e a crescere fino a 900 euro per i nuclei di cinque o più persone. Se un membro del famiglia è portatore di handicap scattavano altri 200 euro.
Cifre appetibili per chi magari ad Amatrice ed Accumoli tornava solo per le vacanze o per far visita ai parenti. A far scattare l’allarme la discrepanza tra domicilii effetivi e quelli spuntati dopo il sisma. Troppi per non destare sospetti: le amministrazioni comunali hanno segnalato il fatto agli inquirenti che hanno cominciato a fare una serie di riscontri incrociati. Impietosi i risultati: 120 persone hanno omesso di avere un domicilio in altre città pure mantenendo la residenza nei luoghi terremotati. Per loro l’accusa in dirittura d’arrivo è truffa e falso.

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