L’Onu approva all’unanimità una risoluzione che prevede sanzioni restrittive verso la Corea del Nord
Le Nazioni Unite levano altro ossigeno al regime nordcoreano per impedire a Kim Jong-un di proseguire test missilistici e nucleari. Mentre Pyongyang minaccia Washington profilando «i più grandi dolori e le peggiori sofferenze» se gli Stati Uniti spingeranno per nuove e più pesanti sanzioni, il Consiglio di sicurezza dell’Onu approva all’unanimità (con il sì di Cina e Russia) una risoluzione che prevede il bando alle esportazioni tessili di Pyongyang e il divieto alle esportazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord, fatta eccezione per una quantità da impiegare per il sostentamento della popolazione.
“La Corea del Nord non ha ancora passato il punto di non ritorno”: lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, dopo l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di nuove sanzioni contro il regime asiatico, precisando che “gli Usa non cercano la guerra con Pyongyang”.
La risoluzione dell’Onu prevede inoltre che «gli Stati membri non devono fornire visti lavorativi a cittadini nordcoreani a meno di esenzioni decise caso per caso». Il testo «innalza il livello di pressione, ma tiene conto delle preoccupazioni umanitarie», chiosa l’ambasciatore italiano all’Onu Sebastiano Cardi, che presiede il comitato sanzioni. La risoluzione segue di qualche ora l’ennesimo anatema di Pyongyang: «Il mondo sarà testimone di come la Corea del Nord addomesticherà i gangster americani prendendo una serie di azioni più forti di quanto possano immaginare».
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