Arrivata la decisione del Tribunale di sorveglianza in merito alla richiesta di scarcerazione per Totò Riina
Totò Riina non tornerà a Corleone. Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha rigettato sia la richiesta del differimento pena che di detenzione domiciliare presentata dai legali del boss. I due procedimenti sono stati uniti e giudicati insieme. Riina quindi resta detenuto al 41 bis nel reparto dell’ospedale di Parma riservato ai carcerati. Il pg di Bologna Ignazio De Francisci si è opposto alla richiesta dei legali motivata da ragioni di salute del boss.
I giudici: “Riina non potrebbe ricevere cure e assistenza migliori in altro reparto ospedaliero ossia nel luogo in cui ha chiesto di fruire della detenzione domiciliare. È palese l’assoluta tutela del diritto alla salute sia fisica che psichica del detenuto”.
Un altro fattore che molto probabilmente ha inciso tanto è un colloquio video-registrato avvenuto lo scorso 27 febbraio tra Riina e sua moglie Antonietta Bagarella. Il boss si rivolge alla consorte esclamando: “Io non mi pento…a me non mi piegheranno” e “Io non voglio chiedere niente a nessuno … mi posso fare anche 3000 anni no 30 anni”. Le parole del dialogo, “nel contesto di uno scambio di frasi su istanze da proporre”, scrivono i giudici, sono nell’ordinanza con cui la Sorveglianza ha rigettato l’istanza del boss di Cosa Nostra.
I legali di Riina hanno annunciato che faranno ricorso.
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