Rimborsi viaggi ai parlamentari, l’edizione on line de “Il Tempo” pubblica le cifre a bilancio di Camera e Senato
I trasporti dei deputati ci costano un milione al mese. Nonostante le proteste, le denunce verso la “casta” e un clima che negli ultimi anni ha messo all’angolo i parlamentari, i privilegi sono ancora molti. E se da qualche anno è scoppiata la guerra alle auto blu che sono state censite, messe in vendita su internet, alcune rottamate, i deputati continuano a usufruire ancora di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Non solo. Ci sono anche altri “piccoli” privilegi, somme che vengono elargite a ogni parlamentare a forfait e non come rimborso a seguito di ricevute, come funzionerebbe in ogni azienda italiana.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, infatti, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, e a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Tutto questo ha un costo molto elevato e lo si evince dai bilanci di Camera e Senato, dove, nonostante le “cure dimagranti” imposte dai rispettivi presidenti, gli spostamenti di deputati e senatori rappresentano ancora una corposa voce di spesa nei documenti contabili. Partiamo da Montecitorio.
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