Vasco Rossi trionfa al Modena Park, concerto evento con oltre 220mila spettatori.
Oltre 3 ore e mezza di concerto e 40 canzoni hanno incantato i fan del rocker di Zocca ieri sera.
Vasco Rossi è entrato nella storia riuscendo a raccogliere il più vasto pubblico pagante mai registrato.
Alle 18.45 Vasco è arrivato al Modena Park in elicottero da Rimini, ha sorvolato la sua platea che lo attendeva ormai da ore ed è atterrato a un paio di km per poi arrivare in macchina dal parco Ferrari. Il colpo d’occhio è impressionante duecentoventimila persone, record mondiale e commento di Vasco appena sceso dall’elicottero: «Bene ragazzi, il locale è pieno».
“E’ una grande festa. Oggi Modena è la capitale mondiale del rock. Questo è un concerto contro la paura e io sono qui per portare un po’ di gioia. Sono molto eccitato”, ha detto il rocker prima di rifugiarsi nei camerini.
Poi alle 21.00 in punto sulle note di “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss, Vasco Rossi è salito sul palco e ha iniziato il concerto con “Colpa d’Alfredo”, uno dei suoi brani simbolo della giovinezza. E per i 220mila accorsi al Parco Ferrari di Modena per il concerto che segna il record mondiale di spettatori paganti è stato subito delirio.
Poi un tuffo negli anni ’80 “Blasco Rossi” (una sorta di inno del popolo del cantante di Zocca), “Bollicine” e “Ogni volta”. Quindi è arrivata “Anima fragile” con Gaetano Curreri al pianoforte, quello che lo convinse a provarci con la sua musica. Al pianoforte accenna “Jenny è pazza”, “Silvia” (assieme furono il primo 45 giri, uscito il 15 giugno 1977) e “La nostra relazione” prima di partire con “Anima Fragile”. Più avanti ci sarà spazio per due lunghi assoli di Maurizio Solieri, chitarrista fino al 2014 con una paio di tira e molla, e Andrea Braido, alla chitarra negli anni NovantaMan mano che lo spettacolo va avanti ci sono pezzi più recenti “Come nelle favole”, che segue una “Siamo soli” cantanta a squarciagola dai 220mila del Parco Ferrari. Su “Rewind” in platea è un tripudio di reggiseni a vista, e spesso e volentieri volano via anche quelli, poi “Liberi liberi”. Lo aveva già detto due anni fa, ma dopo l’attentato a Manchester il messaggio è ancora più forte. «Noi non abbiamo paura. Non cambieremo le nostre abitudini. Il nemico non è l’odio ma la paura. Non chiudiamoci in casa».
Dopo oltre 3 ore e mezza, il finale con le sue canzoni simbolo: “Siamo solo noi” (con un lungo intermezzo per presentare i componenti della band), “Vita spericolata” in una delicata versione piano e voce, un accenno di “Canzone” con una dedica a Massimo Riva (scomparso nel 1999) e “Albachiara”, coronata da una lancio di fuochi di artificio. Si chiude così “Modena Park”, dritto nei libri di storia della musica, con il suo record a livello di numeri e il suo riassunto di 40 anni del meglio del rock italiano.
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