Incognita quizzone per il terzo giorno delma Maturità 2017
Arriva il giorno dello spauracchio per i 505mila studenti alle prese con la maturità: la terza prova scritta. Quella preparata la mattina stessa dalla commissione giudicatrice sulla base di quanto risulta nel documento del 15 maggio. Questa mattina, infatti, i primi studenti svolgono l’odiato quizzone che, nella maggior parte dei casi, consiste in una serie di quesiti – a risposta aperta e/o chiusa – su 4 o 5 discipline dell’ultimo anno. Una prova impegnativa se si svuole fare bella figura. Ma con tante incognite.
La terza prova è tarata sulle competenze specifiche della classe che la deve affrontare. In base a queste viene decisa la tipologia della prova, i tempi di svolgimento, le discipline interessate e i criteri di correzione e valutazione. In anticipo vengono comunicati quali sussidi didattici si possono utilizzare ovvero calcolatrici, vocabolari, attrezzature tecniche.
La norma prevede diverse articolazioni: trattazione sintetica di non più di 5 argomenti, o quesiti a risposta singola; da 10 a 15 domande su argomenti riguardanti una o più materie; quesiti a risposta multipla (da 30 a 40 su argomenti di tutte le discipline dell’ultimo anno); non più di due problemi a soluzione rapida o due casi pratici e/o professionali. Oppure lo sviluppo di un progetto che verta su più discipline. Ma la tipologia di gran lunga più gettonata in passato è quella mista, con almeno 8 quesiti a risposta singola e 16 a risposta multipla su quattro discipline. Il tutto per un’ora o massimo due. Per questa ragione la mattinata verrà divisa in due turni.
Dopo, membri interni e commissari esterni si cimenteranno nella correzione degli elaborati: due o al massimo tre giorni che si concludono con la pubblicazione dei risultati degli scritti. E a questo punto arrivano i primi responsi: chi non ha raggiunto almeno 29 punti tra scritti e credito di ammissione può evitare di presentarsi al colloquio, che vale al massimo 30 punti, giacché per essere promossi occorre raccogliere almeno 60 punti. Ma l’eventualità di non farcela è davvero remota: l’anno scorso risultò bocciato solo un candidato ogni 200. Un record che quest’anno rischia di essere battuto.
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