Papa Francesco proclama santi i due pastorelli Francisco e Giacinta.
“Declaramos e definimos como Santos os Beatos Francisco Marto e Jacinta Marto…”
I due pastorelli di Fatima Francisco e Giacinta Marto sono santi: papa Bergoglio ha infatti letto la formula canonica che li iscrive nel registro dei santi. Lo ha fatto nella messa davanti al santuario che ricorda le apparizioni cominciate il 13 maggio del 1919, delle quali beneficiò anche la cugina Lucia. I due piccoli veggenti erano stati beatificati da papa Wojtyla, qui a Fatima, il 13 maggio del Duemila. Di Lucia, morta nel 2010, è in corso il processo di beatificazione.
Dopo la veglia di ieri, con la suggestione di 600.000 candele accese nella notte a dimostrazione dell’attaccamento dei portoghesi, e non solo, al messaggio di Fatima, alle 10 ore locale, le 11 italiane, Papa Francesco ha celebrato la messa nella spianata davanti al santuario, per la canonizzazione di Giacinta e Francisco Marto, i due pastorelli che dal 13 maggio 1917, esattamente cento anni fa, ebbero visioni della Vergine, riconosciute dalla Chiesa come fenomeno soprannaturale già nel 1930.
Nati ad Aljustrel, a meno di due anni di intervallo l’uno dall’altro, i due fratellini muoiono poco tempo dopo le apparizioni, nel 1919 e nel 1920. Esattamente come la Vergine aveva loro preannunciato, a un mese dalla prima apparizione, dicendo ai tre ragazzi: “Giacinta e Francesco li porto via fra poco, ma tu Lucia resti qui ancora per qualche tempo”.
La Chiesa Cattolica riconobbe, per la prima volta nella sua storia di 2000 anni, l'”eroicità delle virtù e la maturità della fede di bambini non martiri”, per decreto di Giovanni Paolo II, il 13 maggio del 1989, che ha aperto un precedente al riconoscimento di santità dei due pastorelli.
Giacinta e Francesco Marto avevano appena nove e dieci anni quando, insieme alla cugina Lucia dos Santos, dissero di aver visto la Madre di Dio. Sostennero poi che ella apparve loro ogni 13 del mese fino all’ottobre dello stesso 1917. Quel 13 maggio era per i bambini un giorno come tanti altri. Avevano portato le pecore in un campo chiamato Cova da Iria, di proprietà della famiglia di Lucia e, come al solito giocavano.
Cosa avvenne lo racconterà tempo dopo Lucia nelle sue memorie: “Vedemmo all’improvviso qualcosa come un lampo. ‘È meglio che ce ne andiamo a casa’, dissi ai miei cugini ‘perché sta lampeggiando, potrebbe venire un temporale’. E cominciammo a scendere il pendio, spingendo le pecore verso la strada. Arrivati all’incirca a metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c’era lì, vedemmo un altro lampo e, fatti alcuni passi più avanti, vedemmo sopra un’elce una signora, era vestita di bianco e diffondeva una luce più chiara del sole… Sorpresi, ci fermammo. Eravamo così vicini che ci trovavamo dentro alla luce che la circondava o che lei diffondeva. Forse a un metro e mezzo, più o meno, di distanza.
Allora quella signora ci disse: ‘Non abbiate paura. Io non voglio farvi del male’. ‘Di dove siete?’, le domandai. ‘Sono del cielo’. ‘E che cosa volete?’. ‘Sono venuta a chiedervi che veniate qui sei mesi di fila, il giorno 13 a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Tornerò qui ancora una settima volta’. ‘E anch’io andrò in cielo?’. ‘Sì. Ci andrai’. ‘E Giacinta?’. ‘Sì. Ci andrà anche lei’. ‘E Francesco?’. ‘Pure’. Poi ci disse di recitare il rosario tutti i giorni e che avremmo avuto molto da soffrire, ma che la grazia di Dio sarebbe stata il nostro conforto”.
Francesco morì colpito dalla febbre spagnola il 4 aprile 1919. Giacinta il 20 febbraio 1920, sola in un ospedale di Lisbona. Mentre Lucia si fece suora dorotea e morì nel 2005.
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