Vanno avanti le indagini per il rogo del camper dove hanno perso la vita le tre sorelle rom.
L’uomo ripreso dalle telecamere di sorveglianza ha un nome e un volto. Sono i fotogrammi della strage a fornire alla Squadra mobile un identikit preciso. Ha circa trent’anni e, soprattutto, è già noto alle forze dell’ordine: ha precedenti per rapina, furto e ricettazione. Ora, rischia l’arresto per l’omicidio delle sorelle Halilovic, Francesca e Angelica, di 10 e 4 anni, e Elizabeth, ventenne, morte nel rogo. Ma la spedizione punitiva contro la famiglia rom bosniaca è stata messa in atto da più persone. Un commando, composto da almeno tre soggetti che avrebbero cosparso il veicolo di liquido infiammabile e gli avrebbero poi dato fuoco.
La strage avrebbe alle spalle screzi, vendette, tradimenti e interessi economici. Il padre Romano che, con la moglie Mela e gli altri 8 figli, mercoledì notte è riuscito a scampare alle fiamme, ha detto di aver subito minacce. Sua madre, come riporta Il Messaggero, ha dichiarato che la famiglia aveva avuto screzi con i parenti dei tre rom finiti in manette per la morte della studentessa cinese Yao Zhang derubata e poi travolta da un treno mentre inseguiva i ladri vicino al campo di via Salviati, dove gli Halilovic risiedevano. Romano ha parlato di altre intimidazioni, che lo hanno spinto a lasciare l’insediamento. La stessa cosa, però, era successa nel campo de la Barbuta, dove la famiglia aveva abitato. L’ultimo avvertimento, una settimana fa: il camper di nonna Halilovic è stato incendiato. A bordo, però, non c’era nessuno.
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