Il pm di Trapani, Ambrogio Cartosio: “Ipotesi di reato non sulle ong come tali, ma su alcuni soggetti appartenenti alle ong”.
«La procura di Trapani ha in corso indagini che concernono l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e che coinvolgono anche non le ong come tali ma soggetti, persone fisiche appartenenti alle ong». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio in audizione davanti alla commissione Difesa del Senato.
«Allo stato delle nostre acquisizioni registriamo casi in cui soggetti a bordo delle navi delle ong che sono evidentemente al corrente del luogo e del momento in cui si troveranno imbarcazioni di migranti: evidentemente ne sono al corrente da prima e questo pone un problema relativo alla regolarità di questo intervento» ha spiegato.
«La presenza di navi delle ong in un determinato fazzoletto di mare – ha osservato il magistrato – sicuramente costituisce un elemento indiziario forte per dire che evidentemente sono al corrente del fatto che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni, ma questo da solo non è sufficiente per incriminare qualcuno con il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Cartosio ha poi riferito che «non risultano contatti telefonici diretti tra persone in Libia e le ong».
“Allo stato non emergono reati di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia. E’ assolutamente da escludere che i comportamenti possano essere inseriti in un contesto associativo italiano”, ha poi dichiarato il procuratore. Gli interessi della mafia riguardano però il business dell’accoglienza, come già martedì aveva affermato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. “Nel corso di alcune indagini sono emersi fatti inquietanti e cioè che soggetti imparentati o contigui ad organizzazioni mafiose erano inseriti nel business dell’accoglienza e mi risulta che autorizzazioni siano state revocate per questo motivo”.
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