La Nasa: la scoperta si basa sui dati raccolti dalla sonda Cassini
Lo si pensava da tempo, adesso è ufficiale: una delle principali lune di Saturno, Encelado, potrebbe ospitare forme di vita. Vita biologica, naturalmente, ma pur sempre vita e proprio nel nostro sistema solare. Non c’è ancora certezza al 100% che Encelado (una luna completamente ghiacciata) possa ospitare forme di vita, ma dall’annuncio che hanno dato ieri sera i ricercatori NASA del team della missione Cassini, pare ormai certo.
Si tratta di una scoperta molto importante, forse la più importante fatta nei 13 anni di esplorazione della sonda “Cassini” attorno a Saturno, un progetto comune tra la NASA statunitense, l’ESA europea e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Una delle missioni più complesse e costose nella storia delle esplorazioni interplanetarie, ma anche tra quelle di maggiore successo scientifico. Cassini è stata lanciata nell’ottobre 1997 da Cape Canaveral, ed è giunta su Saturno il 1 luglio 2004 a margine di una ardita manovra tra gli anelli del pianeta. Da allora, la sonda ha potuto inviare dati e immagini grazie all’antenna principale progettata e realizzata a L’Aquila negli stabilimenti di Thales Alenia Space.
Uno degli ultimi “omaggi” alla scienza astronomica e bioastronomica della sonda dedicata all’astronomo di Perinaldo, che il prossimo settembre terminerà la sua vita operativa e verrà inviata a tuffarsi nella coltre gassosa di Saturno, è il risultato su Encelado. Il team di ricercatori NASA ha confermato ciò che era solo teoria: il corpo celeste potrebbe disporre di condizioni in grado di favorire la vita nell’oceano di acqua liquida nascosto sotto i suoi ghiacci. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, e illustrata questa sera in una conferenza stampa dalla NASA, si riferisce ai dati raccolti dalla sonda Cassini sulla base di una ricerca coordinata da Junter Waite, del Southwest Research Institute.
Aggiungi Commento