Psichiatra di Aosta che nel suo studio tutto faceva fuorché curare
Abusi sessuali, ma anche casi di truffa e corruzione, tutto ripreso dalle telecamere nascoste: non si era fatto mancare nulla uno psichiatra che nel suo studio di Aosta tutto faceva fuorché curare e provare almeno a guarire i suoi pazienti. Tanto è vero che oggi, il Gruppo della Guardia di Finanza di Aosta ha arrestato il medico sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip.
Avere a che fare con la psiche di un essere umano può essere complicato e a volte anche pericoloso, ma in questo caso era proprio lo psichiatra a rappresentare una fonte di perioclo per i suoi assistiti risultati, dopo lunghe e accurate indagini che hanno previsito, come sempre accade ormai nel caso di dubbi inquietanti e sospetti che è urgente verificare, la sistemazione di telecamere nascoste, attivate all’abbisogna. E così le Fiamme Gialle hanno potuto contestare al medico – da poco in quiescenza dal servizio attivo – i reati di violenza sessuale, truffa pluriaggravata, peculato e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Le indagini, condotte appunto anche con l’ausilio di telecamere nascoste negli studi ambulatoriali messi a disposizione del professionista dalla Asl, hanno documentato episodi di violenza sessuale e corruzione nei confronti di pazienti psichiatrici affidati alle sue cure da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Non solo: a quanto risulta e in base a quel poco che trapela dalle indagini, il medico avrebbe inoltre abusato della propria funzione consegnando ai pazienti farmaci ospedalieri nella sua disponibilità in ragione del suo servizio, ma in cambio di denaro. Le Fiamme Gialle hanno infine certificato come lo psichiatra, nei presidi sanitari di Morgex, Chatillon e Verres, avesse rilasciato certificati sanitari falsi destinati al rinnovo delle patenti di guida di alcuni dei suoi pazienti, omettendo di rilevarne le patologie psichiatriche. Un truffatore eclettico e tutt’altro che infallibile, insomma, capace però di unire all’inadempienza la malafede.
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