Per i consulenti dell’accusa i bulloni erano usurati
Più della metà dei bulloni che assicuravano l’ancoraggio sulla carreggiata della barriera posta sul Viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, è risultata corrosa dal tempo e dagli agenti atmosferici. Lo hanno sostenuto i consulenti tecnici della Procura, chiamati a testimoniare al processo in corso ad Avellino sulla strage del bus nella quale, il 28 luglio del 2013, persero la vita 40 persone.
I consulenti dell’accusa, (Alessandro Lima, Lorenzo Caranna, Andrea Demozzi, Antonio Giavotto) hanno riferito alla Corte, presieduta dal giudice monocratico, Luigi Buono, di aver sottoposto i “tirafondi” a prove di forza dalle quali è emerso che poco più della metà dei bulloni è risultata corrosa. “Se fossero stati efficienti – hanno poi aggiunto – le barriere avrebbero dovuto reggere l’urto del bus” che avrebbe impattato la barriera protettiva del viadotto ad una velocità di circa 103 km/h, con un angolo non superiore a 13 gradi.
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