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Cyberspionaggio – Arrestate 2 persone a Roma: spiati anche Renzi e Draghi

Cyberspionaggio, l’indagine della Polizia postale ha portato a due arresti

L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto di due persone, un ingegnere nucleare e sua sorella, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell’alta finanza capitolina. Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.

I due arrestati avevano costruito un database con un elenco di 18.327 username, di cui 1.793 corredate da password e catalogate in 122 diverse categorie, dalla politica agli affari, oppure indicate attraverso le iniziali di nomi e cognomi.

Nella lista degli account ‘hackerati’ ci sarebbero anche quelli di Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Piero Fassino, Ignazio La Russa, Mario Canzio, Saverio Capolupo, Vincenzo Scotti, Walter Ferrara, Alfonso Papa, Paolo Bonaiuti, Maria Vittoria Brambilla, Luca Sbardella, Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone, Vincenzo Fortunato, Paolo Poletti.

Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) –   chiamato ‘Eyepyramid’ – che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.

La sigla ‘Pobu’, Politicians Business, indicava la ‘cartella’ in cui venivano catalogati tutti i politici scelti come target e spiati in questi anni mentre ‘Bros’ (fratelli), era invece la sigla della cartella in cui sono stati piazzati tutti gli appartenenti ad una loggia massonica.

L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail: indirizzata all’amministratore di rilievo di un’infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime. Sky tg24

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